Convegno Catechisti 2007: “Catechesi, affettività, educazione alla speranza”

Il programma (08/05/2007)

Destinatari:
Catechisti parrocchiali, presbiteri e diaconi

Obiettivi e struttura:
Il Convegno Catechisti 2007 intende proporre ai catechisti dell’Arcidiocesi – al termine di un anno di lavoro dedicato all’annuncio del Vangelo di Cristo Risorto e alla formazione alla vita cristiana delle giovani generazioni – una riflessione sul rapporto tra catechesi e affettività.

La scelta del tema intende riprendere esplicitamente i lavori del Convegno Ecclesiale della Chiesa Italiana, tenutosi a Verona dal 16 al 20 ottobre scorsi, proponendo ai catechisti quegli aspetti dell’ambito dell’affettività nell’attività ordinaria di catechesi da loro svolta.

I partecipanti cercheranno di scoprire quanto incide la dimensione affettiva del catechista nella comunicazione del messaggio evangelico, ricordando come l’educazione alla speranza nei catechizzandi È frutto di una affettività che ha incontrato il Cristo Risorto.

Aiuteranno in questo compito importante di riflessione e di studio le psicologhe dell’Iripes di Pordenone, centro di consulenza legato al mondo salesiano, e il prof. mons. Luciano Padovese, docente di teologia morale ed acuto osservatore della cultura contemporanea, oltre alla riflessione offerta dall’Arcivescovo mons. Dino De Antoni.

Verranno inoltre messe in agenda le proposte formative per l’anno 2007-2008, in rete con le offerte delle parrocchie e dei decanati.

Contenuti:
– riflessione sull’importanza e il ruolo della dimensione affettiva nell’attività di catechesi
– presentazione delle conclusioni del Convegno di Verona circa l’ambito dell’affettivitàRetour ligne automatique
breve resoconto dei laboratori di catechesi 2007
– presentazione proposte formative 2007-2008

Data e luogo:
sabato 9 giugno 2007, ore 15.00-18.30
Gorizia, Auditorium Fogar, corso Verdi, 4 (parcheggio disponibile)

Iscrizioni: entro mercoledì 6 giugno 2007.

«I tempi in cui viviamo sono quelli che Dio ci ha donato e in quanto dono di Dio vanno vissuti nella dimensione della speranza.
La Speranza da testimoniare è il vangelo dell’amore. L’enciclica di Benedetto XVI Deus caritas est ci dice che l’amore umano si fonda sull’Amore che per primo ci è stato donato. Da questo punto di vista è importante rendere visibile la dimensione teologale della vita affettiva fondata sull’amore-carità. È questo fascino del divino che traspare dall’amore umano ciò di cui ha fame e sete l’uomo contemporaneo.
Non possiamo non partire da questa origine per comprendere lo spazio della vita affettiva nell’esperienza umana» (Convegno Ecclesiale di Verona, dalla Relazione conclusiva dei lavori del gruppo sulla dimensione affettiva, Verona 2006)

Presentazione del Convegno (14/05/2007)

“I tempi in cui viviamo sono quelli che Dio ci ha donato e in quanto dono di Dio vanno vissuti nella dimensione della speranza”. Così esordisce la sintesi del Gruppo di lavoro del Convegno di Verona dedicato a questo importante ambito dell’esistenza umana, l’affettività.

Ma è sempre così? La dimensione teologale di una vita affettiva fondata sull’amore-carità è sempre visibile nella vita dei credenti, e in particolare nella vita di coloro che annunciano più di altri il Vangelo alle nuove generazioni, come i catechisti?

La vita affettiva è struttura portante dell’esistenza umana ed è la modalità privilegiata attraverso cui le donne e gli uomini cercano risposta alla propria domanda di felicità e di senso. In ogni esperienza di comunicazione umana, le persone non si scambiano soltanto informazioni e dati, ma anche e soprattutto messaggi sulla propria persona e sulla persona dell’altro. Ogni persona comunicando “dice” se è felice o meno, se stima l’altro oppure no, se le parole che pronuncia sono sentite profondamente vere per sè oppure vengono dette semplicemente a causa del ruolo e della circostanza.

Nell’annuncio del Vangelo di Gesù, forma alta di comunicazione umana, i catechisti vi immettono tutto se stessi, con i propri sentimenti e le convinzioni profonde, con le proprie perplessità e paure. Come incide tutto questo nell’attività di catechesi sarà l’oggetto affascinante di indagine del Convegno Catechisti, che si svolgerà nel pomeriggio di sabato 9 giugno prossimo, presso l’Auditorium Fogar, in Corso Verdi 4 a Gorizia.

Con l’aiuto di tre relazioni, la prima di carattere psicologico, la seconda invece attenta alla situazione culturale contemporanea e la terza che si riferirà esplicitamente alle conclusioni del Convegno di Verona a questo proposito, i convenuti potranno esplorare le dinamiche profonde della comunicazione umana e il ruolo importante di un’affettività matura abitata dalla speranza. Verrà ribadito che fondare la propria affettività su Cristo morto e risorto significa porre le premesse per una piena umanizzazione e per una testimonianza risplendente di speranza.

I catechisti oggi si trovano ad operare in un contesto culturale improntato all’individualismo e al sentimentalismo; spesso di sente addirittura parlare di “analfabetismo affettivo” per significare lo stato di immaturità personale diffuso in particolare tra adolescenti, ma anche tra giovani o adulti.

Il ruolo dei catechisti risulta pertanto ancora più importante, al servizio delle persone che sono loro affidate, mostrando il volto di una Chiesa Madre oltre che Maestra, capace di curare le ferite dei suoi figli, capace di camminare a fianco di ogni persona prendendosi cura con tenerezza di ogni fragilità e capace al tempo stesso di orientare su vie sicure i passi dell’uomo. È importante che il linguaggio dell’annuncio esprima il calore proveniente da relazioni affettive profonde anche nella vita ecclesiale.

L’appuntamento è per le ore 15.00 del 9 giugno, per l’importante raduno annuale dei catechisti dell’Arcidiocesi di Gorizia.

Scarica il pieghevole.

Lettera invito per i parroci.

L’Arcivescovo incontra i catechisti di Gorizia (21/05/2007)

Sarà l’Arcivescovo mons. Dino De Antoni ad aprire l’incontro degli oltre 420 catechisti invitati, provenienti dal territorio ecclesiale che copre la provincia di Gorizia, più la Bassa friulana sino a Cervignano.

Il tema di riflessione riguarda la dimensione affettiva nella comunicazione intergenerazionale. La comunicazione dei saperi tra adulti e giovani, infatti, è fondamentale in ogni società, Chiesa compresa. L’indagine proposta dall’Ufficio Catechistico Diocesano di Gorizia esplorerà i risvolti dell’affettività nella comunicazione dei saperi, con particolare attenzione alla catechesi, una delle attività principali della comunità credente.

Ciascuno di noi – e ogni catechista in particolare – ha potuto fare l’esperienza che la dimensione affettiva è strettamente imbricata con quella conoscitiva, e spesso prevale su questa. Spesso i ragazzi non ricordano molto di ciò che è stato detto durante l’attività formativa parrocchiale, ma ricordano invece se è piaciuto, se è stato bello e così via. È così anche del catechista: spesso ricordiamo non tanto le cose da lui dette ma se era convinto o accogliente o simpatico o triste.

L’ispirazione per il tema dell’importante incontro viene dagli esiti del Convegno Ecclesiale della Chiesa italiana, svoltosi a Verona nell’ottobre scorso, che in uno degli ambiti studiati ha considerato anche la dimensione importante dell’affettività umana. Anche questa viene toccata dalla fede in Cristo Risorto, e per certi versi, salvata. Come questo si riversi sulla catechesi è l’oggetto di indagine e riflessione nel Convegno Catechisti di sabato 9 giugno a Gorizia, a partire dalle ore 15.00.

Anche l’affettività viene toccata dalla fede in Cristo Risorto, e per certi versi, salvata. Come questo si riversi sulla catechesi sarà l’oggetto di indagine e riflessione nel Convegno Catechisti della nostra arcidiocesi, guidato dall’Arcivescovo mons. Dino De Antoni e che si svolgerà sabato 9 giugno a Gorizia, a partire dalle ore 15.00. Nell’accogliente Sala Fogar in Corso Verdi 4, il presule porterà il suo contributo alle decine di convenuti presentando alcune delle conclusioni del Convegno ecclesiale di Verona, svoltosi nell’ottobre scorso, ed in particolare quelle attinenti all’ambito dell’affettività .

È stato, infatti, in seguito alla provocazione del Vescovo stesso durante l’ultimo incontro 2006 dei catechisti in quel di Grado che la Commissione diocesana per la Catechesi, presieduta dal direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Gorizia don Sinuhe Marotta, ha voluto prevedere l’analisi delle tematiche veronesi applicandole al mondo dell’educazione alla fede. Cominciando dall’affettività , quindi, il gruppo preparatorio diocesano intende percorrere i cinque ambiti nel prossimo quinquennio, esplorando le possibilità nascoste per la catechesi nelle belle intuizioni del Convegno Ecclesiale.

Gli organizzatori confidano nella presenza numerosa dei catechisti della diocesi che, dall’ultimo censimento effettuato in occasione della Visita ad limina e al quale hanno risposto 73 parrocchie su 9, l’Ufficio Catechistico attende ancora le ultime schede – raggiungono la considerevole cifra di 420 persone, un numero di tutto rispetto.

L’incontro si concluderà con la presentazione di alcune offerte formative rivolte ai catechisti delle diverse fasce di età per l’anno 2007-2008.

Ogni catechista è pregato di farsi portavoce presso altri colleghi di questo importante avvenimento, unico appuntamento annuale degli annunciatori del Vangelo in diocesi con il proprio Vescovo.

Prepararsi come genitori al battesimo dei bambini

Libro "Verso il battesimo dei bambini: incontrare e annunciare"

Nasce da un convegno degli Uffici Catechistici del Nord Est, tenuto il 6 febbraio 2005 a Portogruaro, il libro che verrà presentato al Convengo Catechisti 2007 di Gorizia. Il titolo recita: “Verso il Battesimo dei bambini: incontrare e annunciare” e in poche agili pagine prende in esame delle esperienze di preparazione dei genitori al battesimo dei loro figli, realizzate in alcune parrocchie del Triveneto.

Tutte partono da un’urgenza: rendere più significativo il cammino di preparazione dei genitori al sacramento del battesimo per cogliere questa preziosa occasione di evangelizzazione. È un’occasione che spesso non viene colta in tutte le sue possibilità, quando ci si limita ad amministrare il sacramento o al massimo lo si prepara con un incontro di “spiegazione” del rito.

Le famiglie che oggi chiedono il battesimo sono in genere giovani, con vita lavorativa intensa, anche perché spesso devono pagare il mutuo della casa e indaffarate a tal punto da non avere nè tempo nè interesse per cercare la parrocchia con le sue tradizionali iniziative. Sono sempre più numerose, poi, le famiglie monoparentali, quelle in cui i genitori non sono sposati e quelle in cui almeno uno dei due ha alle spalle una separazione o un divorzio. Nonostante questo chiedono il battesimo per i propri figli.

Le esperienze presentate permettono di intuire che già diverse parrocchie nel Nord Est si stanno impegnando nella catechesi battesimale con i genitori che chiedono il battesimo per i loro figli: infatti, queste esperienze provengono da parrocchie diverse tra loro per contesto sociale e culturale.

L’aspetto forse più nuovo e interessante non consiste tanto nei contenuti della proposta, quanto piuttosto in un atteggiamento più dialogico e più aperto nei confronti di questi genitori. Forse non sanno fino in fondo cosa chiedono, quando domandano il battesimo per i loro figli, ma si rendono comunque disponibili a lasciare entrare la Chiesa nelle loro case e ad instaurare una relazione che può avere nel futuro sviluppi importanti.

Interessanti i contributi teologici offerti sul rapporto genitori e Battesimo (don Faccin), sul mistero della nascita (don Ziviani), sul Battesimo (don Laiti, don Sartori, don Girardi, don Ronzoni), e una recensione di sussidi per la preparazione di catechisti e genitori (Boccardo).

Le foto e i documenti (09/06/2007)

Convegno Catechisti 2007

Un centinaio i catechisti partecipanti al Convegno provenienti da 35 parrocchie della nostra Diocesi. Ecco le foto, i documenti e le relazioni.

M. POLLO, La prigionia del presente: comunicazione e tempo
Educare alla speranza nell’attuale contesto antropologico (pdf), prof.sa Annamaria RONDINI (Trieste)