Settimana di formazione catechistica 2020

Formazione

I documenti disponibili

il video dell’introduzione alle tre serate;
“Catechesi e comunicazione digitale: tanti strumenti e tanti luoghi.” (24/08/2020): il documento “Catechesi e digitale” presentato dal relatore don Marco Sanavio;
“Tra celebrazioni domestiche e comunitarie: quali nuove sfide?” (25/08/2020): il video e l’intervento della seconda serata, a cura di don Luca Palazzi, don Fabrizio Colombini e Elisabetta Lambertini;
“Dalle domande di senso agli elementi irrinunciabili nell’annuncio del Vangelo” (26/08/2020): il video della terza serata, a cura di don Maurizio Girolami;
le foto delle tre serate.

Le tre serate

Pur rivedendo i modi, i tempi e il luogo a causa delle misure di tutela della salute pubblica, presso la parrocchia SS. Nicolò e Paolo di Monfalcone dal 24 al 26 agosto si sono svolte le tre serate di formazione rivolte ai catechisti, proposte dall’Ufficio Catechistico Diocesano in collaborazione con l’Ufficio Liturgico Diocesano.
Il percorso, intitolato “È risorto… ed è apparso (1Cor 15,5): l’annuncio in un orizzonte di reale possibilità”, ha messo a tema alcuni nodi emersi nei mesi scorsi, tentando leggere in profondità il tempo che stiamo vivendo.

Nella prima serata, dopo aver ascoltato le parole di Papa Francesco e di mons. Redaelli che ha posto l’attenzione su tre osservazioni: riscoperta del rapporto tra famiglia e comunità cristiana, alleanza tra famiglia e progetto di educazione alla fede dei propri figli e la Messa di Prima Comunione come l’inizio di un gesto, di un segno che se accolto accompagnerà per tutta la vita, fra’ Luigi ha presentato le tre serate ponendo l’attenzione sulle varie esigenze, cioè come la chiesa evangelizza oggi, quali le strade da percorrere, cosa è essenziale e non possiamo abbandonare, come valorizzare le tecnologie digitali (usandole ma non abusandone).
È stato poi presentato il relatore della serata don Marco Sanavio esperto di comunicazione digitale e catechesi che ha trattato il tema “Catechesi e comunicazione digitale: tanti strumenti e tanti luoghi”.
Aprendo il suo intervento don Marco ha puntualizzato quanto sia importante l’educazione e l’ascolto dei piccoli dicendo: “Non è mai tempo perso anche tra le difficoltà che dobbiamo affrontare. Educare aiuta a rispettare, a dare fiducia, a permettere di fare un percorso, elementi questi fondamentali per il tempo in cui viviamo”. Il relatore ha poi sottolineato tre aspetti fondamentali per la catechesi:

1. Presenza: fondamentale e richiesta se si vuole costruire relazione vera; ha sottolineato, inoltre, che il concetto di presenza cambia se si usa il digitale.
2. Esperienza: è indispensabile far fare esperienza ai bambini e incentivare l’esperienza rispetto alle parole. In sede di catechesi fare esperienza è uno strumento che ci può condurre a Dio utilizzando la lettura della Parola di Dio come possibilità di collegare l’esperienza fatta a ciò che Gesù stesso ha fatto.
3. Semplificazione: la digitalizzazione ci invita ad essere più semplici nei tempi, nel linguaggio, nella linearità dei percorsi e nell’ecologia dei contenuti.
Ha concluso l’incontro dando alcuni suggerimenti su come lavorare “fisicamente” con i ragazzi e lanciare altre cose con il digitale. Alcuni i consigli pratici: mostrare e non dire, ridurre i tempi e concentrare l’esperienza, mettere le tecniche digitali al servizio dell’educazione.
Fiorella Huala

La seconda serata dal titolo “Tra celebrazioni domestiche e comunitarie: quali nuove sfide?” è stata condotta da don Luca Palazzi, liturgista e parroco, don Fabrizio Colombini, docente di spiritualità e parroco, ed Elisabetta Lambertini, coordinatrice della catechesi nella propria parrocchia. L’incontro si è aperto con un momento di preghiera centrato sul brano del vangelo utilizzato da papa Francesco per rileggere e discernere il tempo del lockdown: Gesù dorme in mezzo alla tempesta (Mc 4,35-41). Attraverso una serie di domande i relatori hanno introdotto e accompagnato il tema della serata: “quali parole ha urlato in noi questo tempo? Cosa ha svelato questo tempo? Che cosa era veramente in gioco? Come aiutare durante il lockdown le persone a pregare e portare avanti il loro cammino di fede?”.
Nell’ultima domanda – “quali sfide oggi?” – don Luca riprendeva il titolo della serata e offriva alcune prospettive. Il rapporto e il valore reciproco della preghiera domestica comunitaria si comprendono se teniamo conto della concretezza dell’esperienza e della necessità di un cambio di mentalità. Questo tempo ha aperto un vuoto, che non possiamo e non vogliamo colmare immediatamente né frettolosamente, ma vogliamo abitarlo pazientemente per cogliere il soffio dello Spirito. La preghiera comunitaria e quella domestica ci dicono che non esiste una sola forma per dire e nutrire la nostra fede. Due esperienze simili e profondamente diverse. La preghiera domestica non è una parentesi, uno stratagemma messo in atto in attesa di tornare a celebrare solamente l’eucarestia. È una buona pratica che va custodita, anche se in modo nuovo.
L’incontro è terminato con una meditazione ispirata dalla lettura e interpretazione dell’opera d’arte “La tempesta sedata” di E. Delacroix.

“Dalle domande di senso agli elementi irrinunciabili nell’annuncio del Vangelo” è stato il tema della terza serata. Il relatore don Maurizio Girolami, direttore dell’UCD della diocesi di Concordia-Pordenone, ha offerto un viaggio scandito da tre tappe.
Nella prima tappa è stato messo in luce la risposta che la Parola di Dio dà alle domande di senso circa la violenza dell’uomo, la difficoltà di comunicare data dalle differenze, la proporzionalità di fronte al Creatore.
La risposta a queste domande è stato il secondo passaggio: l’incarnazione del Figlio di Dio, il quale trova il suo compimento nel mistero pasquale, ricordando che il Signore è morto, è stato sepolto ed è risorto.
Il terzo passo è stato dedicato agli elementi essenziali che non possono essere persi di vista in questo nostro tempo: l’ascolto della Parola e la dimensione della testimonianza apostolica.

fra Luigi Bertié

È risorto… ed è apparso (1Cor 15,5): l’annuncio in un orizzonte di possibilità reale

Guardiamo timidamente al futuro, riprendendo gradualmente le attività delle nostre comunità e gli itinerari di annuncio e di catechesi. Un interrogativo che ci accompagna in vista del prossimo anno pastorale: torneremo a fare le cose di sempre oppure il tempo che stiamo vivendo ci chiede la capacità di uno sguardo nuovo, di un discernimento sulla vita e sulle scelte, sulle relazioni e sui cammini?

Sono domande che vorremmo attraversassero l’ormai tradizionale appuntamento della tre giorni di formazione per catechisti, educatori e animatori della nostra arcidiocesi.

La pandemia ci ha fatto sperimentare le nostre fragilità umane e, oltre a segnare profondamente la prassi delle nostre comunità, ha esplicitato ulteriormente i nodi problematici che erano già in atto. Perciò non possiamo considerarla come una brutta parentesi, ma come una sfida per crescere: «un kairós da cogliere e da cui lasciarsi ammaestrare» (È risorto il terzo giorno). Queste considerazioni ci hanno spinto a non rinunciare a tale momento formativo, costringendoci, tuttavia, a rivedere il luogo, i tempi, gli spazi e le modalità degli incontri.

Dopo un tempo di ascolto e alla luce dei contributi che seguivano il questionario preparato dall’UCD, in questa fase di ripartenza, vogliamo porre la nostra attenzione su alcuni aspetti che ci possano aiutare nella continuazione o nella ripresa dei cammini, convinti «che ancora oggi il Vangelo, in tempo di pandemia ma anche di profonda trasformazione della società, è una proposta che viene incontro alla ricerca di vita, di senso, di gioia, che c’è nel cuore di ogni uomo e di ogni donna. Anche dei ragazzi e dei bambini» (mons. Carlo Roberto Maria Redaelli).

Che cosa è essenziale e non possiamo abbandonare, nella testimonianza e nell’annuncio, nella liturgia e nella carità? Che cosa dovremmo tenere e cosa eliminare, rafforzare e far nascere?

Questo tempo non ci ha messo in pausa in attesa di ritornare alle consuetudini del passato, ma è appello dello Spirito, affinché si possa mettere al centro l’essenziale dell’annuncio. È un tempo che ci ha consegnato uno sguardo nuovo e con esso nuove domande e la necessità di dover operare un discernimento pastorale globale e integrato.

Come valorizzare le tecnologie digitali usate in maniera massiccia durante il confinamento? Cosa conservare e cosa archiviare? Che lezione abbiamo appreso in metodo, contenuti e stile dall’utilizzo di strumenti e luoghi digitali? Esiste un uso saggio e sapiente dei social nell’educare alla e nella fede? Durante il lockdown molti catechisti e preti hanno mantenuto il contatto con i bambini e i ragazzi attraverso i social, hanno offerto luoghi d’incontro virtuale accompagnando le famiglie, hanno garantito occasioni di formazione utilizzando diverse piattaforme digitali. L’uso, che abbiamo fatto in questi mesi, dei social media ci chiede uno sforzo formativo per apprendere a utilizzare mediazioni digitali a servizio dell’annuncio.

Come ripensare i nostri stili comunitari e rinnovare il nostro modo di essere Chiesa nella celebrazione domestica e comunitaria? Come celebrare la fede in questo tempo?

Abbiamo riscoperto la bellezza e il gusto della preghiera in famiglia, ma dobbiamo anche constatare che non tutti siamo abituati a pregare al di fuori della S. Messa e che nelle famiglie non si prega molto. Ci è stato impossibile ritrovarci come assemblea e celebrare l’Eucarestia. Abbiamo assistito ad una serie di iniziative assicurate da media tradizionali o nuovi. Assistiamo ora ad una ripresa del contatto liturgico e del radunarsi in preghiera segnata da timori e cautele faticose. Davanti a queste semplici constatazioni vogliamo far tesoro di quanto emerso durante il lockdown, perché il domani ne esca arricchito, perché le nostre comunità riescano a educare e a introdurre i propri membri alla preghiera (personale, famigliare comunitaria) e alla vita sacramentale.

Finalità

Favorire e sostenere un discernimento comunitario, che porti a scelte operative, non ispirate dal comodo criterio del “si è sempre fatto così”, ma dalle reali pos-sibilità che il tempo attuale offre.

Scarica il volantino e la locandina

Programma

Lunedì 24 agosto
19.45 Iscrizioni e accoglienza
20.00 Preghiera presieduta dall’Arcivescovo di Gorizia Mons. Carlo Maria Redaelli
20.10 Presentazione del percorso formativo, fra Luigi Bertié
20.15 Catechesi e comunicazione digitale: tanti strumenti e tanti luoghi. DON MARCO SANAVIO, esperto di comunicazione digitale e catechesi.
21.55 Preghiera conclusiva e saluti

Martedì 25 agosto
20.00 Accoglienza e preghiera
20.10 Tra celebrazioni domestiche e comunitarie: quali nuove sfide?
DON LUCA PALAZZI, liturgista, parroco della Comunità parrocchiale di San Cesario s/P (MO)
DON FABRIZIO COLOMBINI, docente di Spiritualità, parroco della Comunità parrocchiale di Castelnuovo R. (MO)
ELISABETTA LAMBERTINI, coordinatrice della catechesi a san Cesario s/P (MO)
21.55 Preghiera conclusiva e saluti

Mercoledì 26 agosto
20.00 Accoglienza e preghiera
20.10 Dalle domande di senso agli elementi irrinunciabili nell’annuncio del Vangelo
DON MAURIZIO GIROLAMI, direttore dell’Ufficio Catechistico della diocesi di Concordia-Pordenone
21.55 Preghiera conclusiva e saluti

Sede del percorso

Parrocchia Santi Nicolò e Paolo
Via I Maggio, 84
34074 Monfalcone (Go)

Iscrizioni

Entro il 21 agosto 2020 presso l’Ufficio Catechistico della Curia di Gorizia.

In collaborazione con

Centro Pastorale Diocesano
Ufficio Liturgico Diocesano
Parrocchia Santi Nicolò e Paolo di Monfalcone