Romans 2017 – Ti racconto Gesù: la dimensione narrativa nell’annuncio e nella catechesi
Dal 28 al 30 agosto 2017
L’Ufficio Catechistico Diocesano, in collaborazione con il Centro Pastorale, l’Ufficio Liturgico Diocesano e la Parrocchia S. Maria Annunziata di Romans d’Isonzo, organizza la XVIII settimana di formazione per catechisti.
Contenuti
Con la tre giorni formativa di Romans d’Isonzo (XVIII edizione) continuiamo la nostra riflessione e condivisione che ha per oggetto la varietà e diversità dei linguaggi della catechesi.
«Per trasmettere un contenuto meramente dottrinale, un’idea, forse basterebbe un libro, o la ripetizione di un messaggio orale. Ma ciò che si comunica nella Chiesa, ciò che si trasmette nella sua Tradizione vivente, è la luce nuova che nasce dall’incontro con il Dio vivo, una luce che tocca la persona nel suo centro, nel cuore, coinvolgendo la sua mente, il suo volere e la sua affettività, aprendola a relazioni vive nella comunione con Dio e con gli altri» (Lumen Fidei, n. 40).
La conoscenza dei linguaggi della catechesi è un tema centrale. Siamo chiamati a prendere sempre più consapevolezza dell’esistenza di linguaggi specifici che caratterizzano l’annuncio. Di questi ne approfondiremo tre.
Il linguaggio biblico. La Parola di Dio, come le grandi storie di ogni popolo che evidenziano identità, valori, abitudini, prima di essere scritta nella Bibbia, è stata tramandata oralmente. È un racconto trasmesso da persona a persona, un tesoro inestimabile, eredità fondante.
Il linguaggio narrativo-autobiografico. A partire dalla ricerca e dalla riflessione su di sé il linguaggio autobiografico risulta essere uno stile efficace per produrre conoscenze e cambiamenti nella vita delle persone.
Catechesi e narrazione: il Vangelo a fumetti. Usato in ambito educativo, il fumetto, unendo le immagini alle parole, riesce a coinvolgere emotivamente il lettore, lo aiuta nella comprensione, nell’analisi e nell’assimilazione dei messaggi.
Finalità
Aiutare i catechisti a conoscere le specificità di alcuni linguaggi e di suggerirne per ognuno di essi gli strumenti in grado di animare in modo creativo ed efficace gli incontri di catechesi.
Sede del percorso
Ricreatorio Galupin – Piazza Candussi, 1 – 34076 Romans d’Isonzo (Go)
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Destinatari
Catechisti, educatori/animatori, insegnanti di religione, diaconi e presbiteri.
Iscrizioni
Le iscrizioni possono essere consegnate presso l’Ufficio Catechistico della Curia di Gorizia, entro il 23 agosto 2017. La quota di partecipazione è di euro 25.00.
Scarica la locandina (pdf) e il volantino (pdf)
«L’evangelizzatore è un cristiano adulto, cittadino responsabile, capace di narrare e motivare la propria vicenda di fede e di raccontare la sua esperienza di Cristo, radicata nell’appartenenza ecclesiale. Egli è un annunciatore della Parola che dona la gioia, mediatore di un’esperienza ecclesiale ampia e positiva, accompagnatore leale e affidabile nei passaggi fondamentali della vita di quanti gli sono affidati. Non deve conoscere tutto, ma sa che il Vangelo è capace di illuminare ogni dimensione umana».
Incontriamo Gesù.
Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia, n. 66
«Gesù Cristo può anche rompere gli schemi noiosi nei quali pretendiamo di imprigionarlo e ci sorprende con la sua costante creatività divina. Ogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo spuntano nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale. In realtà, ogni autentica azione evangelizzatrice è sempre “nuova”».
Evangelii gaudium, n. 11
Lunedì 28 agosto
17.45 Iscrizioni e accoglienza
18.15 Preghiera presieduta dall’Arcivescovo di Gorizia Carlo Maria Redaelli
18.25 Presentazione del percorso formativo (fra’ Luigi Bertié)
18.35 Laboratorio di studio
20.00 Pausa cena
20.30 Relazione: “Il linguaggio narrativo” (don Andrea Albertin, coordinatore presso Settore per Apostolato Biblico della diocesi di Padova)
21.15 Laboratorio di studio
22.15 Preghiera conclusiva e saluti
I documenti
Il linguaggio narrativo nella Bibbia – don Andrea Albertin (pdf)
Il linguaggio narrativo nella Bibbia – don Andrea Albertin (28/08/2017) – Youtube
Articolo a conclusione dell’incontro:
Il linguaggio narrativo nella/della Bibbia
«Perché la Bibbia utilizza una varietà di linguaggi? Come noi oggi possiamo narrare la buona notizia?» Sono queste le domande che hanno accompagnato catechisti ed educatore durante il primo laboratorio di formazione a Romans. Animatore dell’incontro è stato don Andrea Albertin, coordinatore del Settore per l’Apostolato Biblico della diocesi di Padova.
Nel suo intervento ha fatto notare come i libri della Sacra Scrittura tentino di dare risposte a domande di senso, ed esattamente si riferiscono al senso delle cose che avvengono nella vita delle persone e in quella di un popolo. Allora, la Bibbia vuole consegnare il senso della vita. Nella nostra missione annunciatori della buona notizia, dobbiamo considerare quali sono le domande radicali che attraversano il nostro tempo, le persone che incontriamo, quelle che stiamo accompagnando nel cammino della vita e della fede.
Essendo molteplici le domande di senso, avremmo diversi linguaggi. Ma non solo. La pluralità dei linguaggi nasce, anche, dall’attenzione che poniamo in chi riceve. Avere ben chiaro chi ho davanti – età, contesto culturale-sociale-religiosi di provenienza, ecc. – mi porta a pensare bene al linguaggio da utilizzare. Questo hanno fatto i redattori della sacre pagine e questo siamo chiamati a fare noi oggi con i nostri contemporanei.
Quale sarà il linguaggio privilegiato nella Bibbia? Il relatore, portando diversi esempio, ha fatto notare come l’uomo della Sacra Scrittura si formi e trasmetta gli insegnamenti della vita attraverso il racconto: si educa narrando! E questo avviene per vari motivi. Il racconto rimane impresso nelle persone. Il racconto coinvolge una persona nella sua totalità. Il racconto non ha tempo. Il racconto è relazione.
Nella seconda parte del suo intervento, don Andrea, invitando i presenti a servirsi della Bibbia, ha presentati diversi passi del vangelo servendosi dei criteri spiegati nella prima parte.
A concludere, ha fornito una griglia di lettura, utile ad analizzare e a narrare la Bibbia.
Dopo la pausa cena, si è passati ai lavori di gruppo, che hanno visto catechisti e educatori, divisi per decanati, ri-esprimere quanto appreso dalle indicazioni del relatore attraverso l’analisi della vicenda di Nicodemo. La riconsegna in assemblea dei lavori di gruppo ha fatto emergere una partecipazione attenta.
Guidati da don Michele Centomo, così come si era aperto il laboratorio è stato concluso nella preghiera, ricordando Laura Zamaro, catechista di Medea, morta di recente.
Fra Luigi Bertié
Martedì 29 agosto
18.00 Accoglienza e preghiera
18.30 Laboratorio di studio
20.00 Pausa cena
20.30 Relazione: “La catechesi della bellezza” (don Alessio Geretti, direttore dell’Ufficio Catechistico della diocesi di Udine)
21.15 Laboratorio di studio
22.15 Preghiera conclusiva e saluti
I documenti
La Catechesi della Bellezza – don Alessio Geretti (pdf)
La Catechesi della Bellezza – don Alessio Geretti (29/08/2017) – Youtube
Articolo a conclusione dell’incontro:
La seconda serata ha avuto come tema “La bellezza della catechesi”, un connubio inscindibile nelle rappresentazioni sacre tra catechesi e arte.
L’animatore, don Alessio Geretti, ha introdotto i presenti in un mondo poetico, li ha accompagnati, attraverso l’analisi di alcune opere d’arte, nella scoperta dei messaggi nascosti in esse, li ha affascinati con immagini e riflessioni.
Il relatore ha introdotto l’argomento della serata, spiegando come, guardando un’opera con prospettiva spirituale, venga naturale chiedersi che cosa voglia rivelare sul senso della vita.
Ha analizzato due grandi opere: la maschera funeraria di Tutankhamon e il Discobolo di Mirone. Opere, epoche e visioni della vita e dell’eternità totalmente opposte.
Per gli Egizi la verità, intesa come perfezione, si acquisiva morendo e, infatti, la maschera ha gli occhi aperti, attenti a ciò che sta guardando; è in oro, perché è un metallo inalterabile nel tempo. L’obiettivo non è ricordare come era in vita la persona, come tutte le maschere funerarie delle altre civiltà, ma come sarà nel mondo dello spirito.
Per i Greci, al contrario, la perfezione si raggiunge nella vita terrena. Il Discobolo di Mirone, è un equilibrio di masse, di movimenti perfettamente bilanciati ed è perciò l’immagine dell’ideale di perfezione.
L’ideale dell’uomo, non perfetto, è di avvicinarsi sempre di più alla perfezione, perché si diventa perfettamente umani quando ci si avvicina il più possibile all’ideale.
Due visioni, quindi, diametralmente opposte, una distanza tra realtà ed astrazione incolmabile, che però trova la sua unione nel Cristianesimo, dove realtà (carne) e astrattismo (spirito) diventano tutt’uno nel Cristo, che è Dio e Uomo.
Nelle opere d’arte a tema religioso, i due mondi sono sempre presenti e ci sono continui intrecci tra Vecchio e Nuovo Testamento.
Nel corso della serata sono state esaminate alcune famosissime opere quali: “L’annunciazione” del Beato Angelico; “ La Creazione di Adamo” di Michelangelo nella Cappella Sistina; “La fuga in Egitto” di Caravaggio; “Battesimo di Cristo” di Piero della Francesca; “Vocazione di San Matteo” di Caravaggio.
In ognuna di esse il rapporto tra Dio e l’uomo è sempre presente, incalzante, la simbologia, molte volte, è apparentemente indecifrabile, i personaggi sembrano avvolti dal mistero, sollevando dubbi e domande nell’osservatore.
Ad esempio, nell’Annunciazione del Beato Angelico, si vede l’Angelo, in primo piano; con la veste dal colore liturgico, il rosa, che è il colore della letizia, che annuncia a Maria che sarà la Madre del Redentore. Maria sembra non scomporsi nell’ascoltare l’annuncio, è pronta, pienamente sicura e fiduciosa dell’amore di Dio. I suoi vestiti hanno i colori delle virtù teologali: Fede, blu del mantello; Speranza, verde dell’interno del mantello; Carità, rosso dell’abito. Particolarissime le parole scritte perché quelle che vanno dall’Angelo a Maria vanno da sinistra a destra, mentre quelle pronunciate da Maria vanno da destra a sinistra e sono scritte sottosopra, bisognerebbe rovesciare a testa in giù il quadro per leggerle, perché non sono rivolte all’Angelo ma a Dio. Anche il paesaggio è importante. L’annuncio avviene sotto ad un portico con un giardino fiorito attorno, mentre nell’angolo in alto a sinistra si nota un terreno arido, brullo e vi è raffigurata la cacciata dall’Eden di Adamo ed Eva.
Che dire poi della “Fuga in Egitto” di Caravaggio?
Qui i due elementi, terra e cielo, attività e spiritualità, sono ben delineati.
Il paesaggio è ben marcato : a sinistra c’è buio, terra arida , un noce secco e in primo piano Giuseppe mentre alle sue spalle si nota la testa di un asino; a destra, invece lo spazio si apre in un orizzonte sereno, c’è un prato verde e la particolarità è la rappresentazione di Maria che è addormentata, rilassata e che appoggia il proprio capo su quello del Bambino a sua volta addormentato.
Giuseppe regge uno spartito rivolto verso l’angelo, che dà le spalle all’osservatore, e che suona un violino. L’angelo rappresenta l’arte che è imperfetta (l’imperfezione è data da una corda del violino spezzata), ma pur imperfetta è un inizio, un passaggio tra vita attiva, Giuseppe, e vita contemplativa, Maria.
Così sono state analizzate anche le altre opere e questa avvincente chiave di lettura apre un nuovo modo di fare catechesi. Come? Scegliendo l’opera in base a ciò ma soprattutto a chi si vuole comunicare, guidando a vedere personaggi, strutture, luci, ombre, colori, vuoti e pieni, stranezze e dettagli. E poi lasciare che le persone sentano quello che l’opera trasmette, dando spazio alle emozioni e alle domande e guidare nella ricerca dei testi della Sacra Scrittura che hanno ispirato l’autore, aiutando a decifrare la simbologia contenuta senza mai dimenticare il contesto storico in cui l’opera è nata, al carattere e al vissuto dell’artista che l’ha realizzata.
Genziana Santirocco
Mercoledì 30 agosto
18.00 Accoglienza e preghiera
18.30 Laboratorio di studio
20.00 Pausa cena
20.30 Relazione: “Catechesi e narrazione: il Vangelo a fumetti” (don Giovanni Berti, Presbitero Fumettista Blogger della diocesi di Verona)
21.15 Laboratorio di studio
22.15 Preghiera conclusiva e saluti
I documenti
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Una catechesi da ridere! – don Giovanni Berti (30/08/2017)
Articolo a conclusione dell’incontro:
Catechesi e narrazione: il vangelo a fumetti
Mercoledì 30 agosto, dopo il saluto dell’arcivescovo mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, guidati dal Presbitero Fumettista Blogger della diocesi di Verona, don Giovanni Berti, ha avuto luogo il terzo ed ultimo incontro di formazione intitolato ‘Catechesi e narrazione: il Vangelo a fumetti’.
Il relatore ha iniziato mostrando alcune sue vignette basate su avvenimenti biblici e raccontando di come iniziò questa sua passione. Parlò anche delle diverse reazioni che hanno ottenuto i suoi fumetti: divertimento, stupore, ma anche rabbia. Alcuni giunsero perfino al punto di chiamarlo blasfemo, ma questo non lo fermò e continuò a coltivare questa passione fino a creare un blog di successo.
I laboratori svolti sono riusciti a far mettere in gioco tutti i partecipanti. I gruppi dovevano inventare una vignetta o uno slogan o una scenetta basandosi su un aspetto a scelta dell’Avvento, con la libertà di aggiungere drammatizzazioni e ironia.
Dopo tre giornate formative, è stata compresa l’importanza di conoscere alcuni linguaggi e suggerirne per ognuno strumenti in modo da poter animare creativamente ed efficacemente gli incontri di catechesi.
Vogliamo terminare ringraziando di cuore tutti coloro che hanno partecipato all’evento e quanti si sono dati da fare per la buona riuscita: chi ha fatto le riprese e chi ha cucinato, chi ha curato l’esposizione dei libri, chi ha moderato i lavori di gruppo, chi ha animato i momenti di preghiera, i tecnici dei video e dei suoni, chi ha effettuato le iscrizioni ecc. ecc. L’elenco sarebbe veramente lungo. Grazie!
Natalie De Vincentiis