Le dinamiche in atto: la logica dell’itinerario

Dinamiche

Anche nella proposta della mistagogia sono all’opera alcune dinamiche che guidano le proposte e la strutturazione dei percorsi.

Gradualità

Anche il Signore Dio ha attuato la salvezza del genere umano nella storia attraverso eventi successivi, fino all’evento ultimo e definitivo della Pasqua di Cristo. Questa successione di interventi di Dio costituisce un vero e proprio “itinerario”, nel quale ogni persona è chiamata a entrare. Anche l’iniziazione cristiana è un itinerario: il progressivo attuarsi nel tempo del progetto salvifico di Dio che chiama l’uomo alla vita divina.

Il gruppo catecumenale che si forma, allora, gradualmente cresce nella fede e vive e celebra la conversione a Cristo; non ha scadenze precostituite né date della prima Comunione e della Confermazione fissate per tutti, ma è attento e rispettoso della diversa maturazione delle persone; si propone di rispettare la dinamica unitaria dei sacramenti dell’iniziazione.

Differenziazione (delle esperienze e della catechesi)

Nel gruppo il catecumeno deve poter fare, insieme con i suoi coetanei, le molteplici esperienze delle vita cristiana: ascolto della Parola, preghiera personale e comunitaria, esercizio della carità, partecipazione alla vita della comunità.

Nei tempi del precatecumenato e del catecumenato preferisce un tipo di catechesi propriamente evangelizzatrice e kerigmatica; nella mistagogia si propone invece una catechesi morale, protesa sul versante dei comportamenti e degli atteggiamenti che attuano e incarnano l’esperienza sacramentale vissuta. Nel catecumenato prevale una formazione più sistematica e “laboriosa”; nella mistagogia assistiamo ad una tonalità di verifica della propria esistenza nella luce pasquale e più “festosa”.

Gruppo/Comunità

Il gruppo è l’ambiente umano in cui concretamente si può incontrare e fare l’esperienza della Chiesa, specialmente per i fanciulli, già in rapporto con qualche gruppo di compagni già battezzati che si preparano con la catechesi alla Confermazione e all’Eucaristia: in questo caso l’iniziazione è impartita si appoggia in questo stesso gruppo catechistico (RICA, 308). Il gruppo in cui il fanciullo catecumeno si inserisce deve assumere una fisionomia particolare, essere cioè un gruppo ben caratterizzato ecclesialmente, accogliente, catecumenale, esperienziale. Tra veri amici, che sono come lui in cammino, la diversità del catecumeno non può e non deve essere annullata o sminuita.

Conclusione

Abbiamo svolto un breve percorso esplorativo nel modo di iniziare della Chiesa cattolica, in particolare di quella italiana. Questo stile dovrebbe influenzare il nostro modo di proporre e di svolgere la catechesi ordinaria nelle nostre comunità, così come ci è richiesto dai nostri Vescovi.

Potremmo tenere conto di ciò che abbiamo detto nella progettazione dei nostri percorsi:

– strutturando i grandi tempi e i gradi (o passaggi rituali) in cui si articolerà la catechesi;
– identificando i soggetti da coinvolgere nella interazione con i catechizzandi
– e le diverse esperienze da proporre,
– nei diversi luoghi a disposizione della comunità;
– proponendo la catechesi come narrazione dell’incontro con il Signore, ancora Vivente Retour ligne manuel
– nella celebrazione, che chiede la nostra continua risposta in una logica di traditio/redditio;
– senza timore di mettere in atto una gradualità delle proposte, nella logica dell’itinerario,
– conservando la differenziazione sia delle esperienze che della catechesi,
– partendo dal gruppo per sfociare nell’inserimento pieno in comunità.

Sono davvero così strutturati i nostri percorsi di catechesi? O assomigliano ancora a delle lezioni, sempre uguali a se stesse dall’inizio alla fine dell’anno? Se tenessimo maggiormente conto di ciò che richiede la Chiesa nei suoi Rituali magari non cambierebbero di molto i risultati pastorali, ma certamente saremmo più fedeli al nostro essere Chiesa di Cristo oggi.

don Sinuhe Marotta