«La domenica andando alla messa…»
In alcune parrocchie la catechesi è portata alla domenica
In alcune parrocchie della diocesi (come ad esempio Gradisca d’Isonzo, il Duomo di Gorizia), la catechesi viene svolta alla domenica mattina. Scelta a volte obbligata, causa gli innumerevoli impegni dei ragazzi e non ultimo anche lavorativi infrasettimanali dei catechisti, si è rivelata alla fine vincente per i contenuti che passano ai ragazzi e alle famiglie: la domenica è il Giorno del Signore, il giorno della Chiesa-Comunità, il giorno in cui cresciamo come cristiani.
Dopo alcune proteste iniziali dei genitori e alcuni “abbandoni” da parte di alcune famiglie in cerca di orari considerati meno impegnativi, sono state le famiglie stesse a chiedere di conservare in fascia domenicale la formazione dei figli.
Vantaggi: ragazzi e genitori più presenti a messa, l’immagine della comunità arricchita e vivacizzata, le famiglie che si ritrovano sul sagrato, i contenuti della domenica ridisegnati in maniera più “cristiana”.
Difficoltà: i ragazzi dopo la messa possono essere più stanchi; durante la settimana l’oratorio rischia di svuotarsi e, in caso di assenza delle famiglie, i ragazzi “perdono” messa e catechesi; la comunità incontra i ragazzi solo una volta alla settimana.
Gli ingredienti: “riabitare” la domenica
Grande è la sofferenza dei cristiani più sensibili per “l’espropriazione” della domenica che viene operata da diverse agenzie, a cominciare dal mondo sportivo giovanile fino alle grosse organizzazioni commerciali con i loro grandi centri di distribuzione.
E tante sono le parole dei Vescovi per tentare di far riflettere su questa espropriazione della domenica che probabilmente – assieme all’intossicazione da televisione – porta grandi responsabilità nella perdita della coscienza cristiana nel tessuto culturale e sociale del nostro paese e dell’occidente. Il calendario di un popolo, infatti, è la primordiale forma di educazione degli uomini e delle famiglie, tanto più dei più giovani, come la prima pagina della Sacra Scrittura ci insegna: la Bibbia si apre, infatti, con la creazione del calendario settimanale e la determinazione del giorno sacro che, rispettato addirittura dal Signore Dio, tanto più dovrebbe essere onorato e celebrato dall’uomo.
Il tentativo di “abitare” nuovamente la domenica, allora, e non soltanto con la santa messa, diventa non solo scelta “pratica”, ma culturale e come tale dovrebbe anche essere presentata e vissuta nelle nostre comunità cristiane.
Valorizzare la celebrazione eucaristica
I gruppi di ragazzi con le loro catechiste sono invitati alla messa centrale della comunità parrocchiale. Per ogni gruppo c’è lo spazio riservato, e già nell’Eucaristia, per quanto possibile, a ciascuno si cerca di dare un piccolo compito, specialmente nei tempi forti di Avvento e Quaresima. Per esempio, a turno i fanciulli di Comunione portano solennemente il Lezionario, quelli di Riconciliazione infondono l’incenso al momento della lettura della Parola di Dio, quelli di Cresima sono chiamati al servizio dell’altare e poi a leggere il salmo in alcune domeniche dell’anno e così via. La liturgia è innanzitutto “azione” del popolo credente, e specie con i più piccoli – che a volte si “annoiano” a messa – questo andrebbe ogni tanto ricordato.
Una scelta – forse ancora discutibile, ma che funziona – è l’utilizzo della prassi catecumenale con i piccoli di Riconciliazione (benché battezzati, gran parte di loro entra per la prima volta in chiesa!), prassi che prevede la partecipazione dei non iniziati soltanto alla Liturgia della Parola, riservando ai fedeli la Liturgia Eucaristica. Dopo il Vangelo (a volte dopo l’omelia se a loro indirizzata), i piccoli escono solennemente con la loro catechista attraverso la navata centrale per recarsi in oratorio a svolgere l’incontro di catechesi. Questa prassi può durare sino al tempo di Quaresima o di Pasqua, a partire dal quale i piccoli, ormai entrati un po’ di più nello spirito della liturgia, si fermano a tutta la messa.
Dal tempo di Pasqua, invece, i piccoli di Comunione dal Sanctus fino al Pater salgono intorno all’altare, adempiendo quello che nel rito del loro Battesimo è stato in un certo senso preconizzato dal sacerdote: “accostandosi all’altare del Signore, parteciperanno alla mensa del suo sacrificio”. Viene così a crearsi una prassi che vede i piccoli avvicinarsi – anche visivamente – a tappe progressive alla mensa del Signore, con la gradualità richiesta dalla Chiesa nei suoi tanti documenti.
Liturgia-catechesi-comunità
In sintesi, l’obiettivo perseguito è di collegare in un “sistema” unitario la liturgia, la catechesi e la vita della comunità, in un’esperienza formativa e catechistica integrale fatta di canti, di preghiera, di silenzio liturgico, di gesti rituali simbolici, di spostamento fisico e anche di parole, di riflessione, di attività didattiche, in un contesto umano costituito da bambini, ragazzi, adulti, anziani.
Ogni comunità parrocchiale ha comunque i suoi gesti e le sue tradizioni che sarebbe interessante confrontare e anche vagliare, sia per scambiare le “buone pratiche”, come oggi si usa dire, sia per evitare gesti sconclusionati o, peggio, abusi.
Dopo la messa i ragazzi, come si è detto, continuano la loro attività di formazione in oratorio, mentre i genitori non si perdono certamente nel tempo di attesa… Su richiesta dei genitori stessi, a volte gli incontri di formazione a loro dedicati sono stati collocati proprio in contemporanea alla catechesi dei figli, in altra sala, in modo da ottimizzare ulteriormente i tempi di impegno delle famiglie.
Dopo il catechismo c’è ancora lo spazio per un tiro al pallone, al quale neppure qualche papà sa sottrarsi, o per un semplice rincorrersi nei campi da gioco.
“Catechesi alla domenica perché…”
La parola ai protagonisti

«I bambini così vengono a Messa e anche i genitori, in teoria… c’è così anche per i genitori un momento per incontrarsi con le catechiste, se vengono a messa, invece di lasciare i bambini al pomeriggio e andare via» (Agnese)

Gli aspetti positivi
«Per me gli aspetti positivi sono che i bambini, venendo alla catechesi alla domenica, partecipano anche alla santa Messa.


Gli aspetti problematici
Essendo tutto è concentrato alla domenica, durante la settimana c’è una carenza di presenza dei ragazzi in oratorio, fatto salvo per l’attività sportiva. È anche evidente che, dopo un’ora di messa, il bambino è un po’ stanco e quindi l’incontro di catechesi va un po’ ridimensionato nella sua durata: non bisogna comunque dimenticare che la prima educatrice dei nostri figli è la liturgia alla quale hanno partecipato.
Alcune famiglie scelgono di uscire dalla parrocchia perché preferiscono la catechesi durante la settimana, ma è altrettanto vero che alcune famiglie scelgono la parrocchia proprio perché la catechesi è alla domenica.
È vero che l’ideale sarebbe avere i ragazzi più volte alla settimana, come ha osservato qualche parroco, ma in un’epoca come la nostra in cui gli spazi ecclesiali dedicati all’educazione vengono progressivamente erosi in nome di altre “priorità” (sportive e quant’altro), quella della valorizzazione della domenica è una alternativa estremamente interessante.
E assai “tradizionale”, alla fine, se pensiamo alla storia ormai non più recente delle nostre comunità parrocchiali, con gli oratori pieni di ragazzi tra calcio, cinema e “funzione” domenicale.