Dopo l’accoglienza, l’annuncio

Annnuncio

Il catecumenato come forma dell’annuncio cristiano

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In questo intervento vorremmo seguire due piste:
1) presentare il catecumenato dei fanciulli oltre i sette anni di età da battezzare;
2) rileggere il catecumenato cristiano come paradigma del modo ordinario di porgere la catechesi nella comunità cristiana.

Ci ispiriamo ai contenuti degli Orientamenti per l’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni del Consiglio Episcopale Permanente della CEI, la Nota n. 2 promulgata già nel 1999 che disciplina nella Chiesa italiana il Battesimo dei fanciulli in età di ragione, mediando il Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti (RICA).

È da ricordare che il termine catecumenato
1. in senso stretto indica soltanto il “secondo tempo [dell’iniziazione cristiana, ndr], che inizia dall’ingresso nel catecumenato e può protrarsi per diversi anni, è dedicato alla catechesi e ai riti con essa connessi e si conclude il giorno dell’elezione”;
2. in senso lato viene usato per definire il processo globale completo che porta verso il Battesimo con i suoi quattro tempi (precatecumenato, catecumenato, purificazione, mistagogia) e lo stile di azione che ne deriva.

Ricordiamo ancora, dal RICA n. 307, che “la loro [dei fanciulli] iniziazione richiede innanzitutto tanto la conversione personale e, in rapporto all’età, gradatamente maturata, quanto l’aiuto dell’educazione necessaria a questa età”. Un richiamo quindi all’importanza del precatecumenato, periodo in cui si stimola la ricerca dei fanciulli, il loro desiderio di avvicinarsi al Signore Gesù e al cristianesimo: questo non è da dare per scontato nei fanciulli avvicinati alla comunità dai loro genitori.

Per chiudere questa breve introduzione: il catecumenato da un lato è un processo complesso e non facoltativo per accogliere nella Chiesa con il Battesimo i nuovi candidati, ma anche una forma che deve plasmare la catechesi ordinaria delle comunità, come i Vescovi italiani ripetutamente hanno chiesto alle comunità cristiane in quest’ultimo decennio.

Quattro elementi costitutivi della “catechesi” cristiana

Gli elementi o ingredienti che costituiscono il catecumenato sono quattro. La Conferenza Episcopale Italiana adatta dal RICA questi elementi per i fanciulli e propone: (cfr. Nota 2,31-37).

L’annuncio e accoglienza della Parola (catechesi). La finalità della catechesi – modo di presentare il Vangelo tipico del catecumenato (in senso stretto, al di fuori del quale invece si parla di primo annuncio, di evangelizzazione, di mistagogia, ma non di catechesi) – non è tanto di trasmettere nozioni e regole di comportamento, ma di contribuire a portare il catecumeno a un incontro con Cristo vivo. Al fanciullo deve risultare che Cristo oggi gli parla, oggi lo invita alla conversione, oggi lo chiama a condividere la sua avventura. Egli è guidato gradualmente a scoprire che in prima persona, proprio lui, fa parte della storia della salvezza e che è chiamato rivivere in sé la storia di Gesù e, più in generale, la storia della salvezza in una comunità.

La celebrazione liturgica. Componente fondamentale dell’itinerario è quella liturgica, dove emerge chiaramente che l’iniziazione è opera di Dio, il quale salva l’uomo, suscita e attende la sua collaborazione. La celebrazione non è quindi collocata solo al termine del percorso iniziatico, ma lo accompagna e lo struttura nel suo divenire.

L’inserimento nella comunità cristiana. Con molta essenzialità, dai due documenti vengono solo indicati alcuni spunti per far comprendere che i candidati, benché fanciulli, vanno inseriti nella vita della comunità. Richiedere la collaborazione alle attività e ai servizi all’interno del gruppo e della comunità parrocchiale, come la lettura e il canto nelle celebrazioni; l’attenzione delicata ai più piccoli e agli anziani, la cura dei luoghi della preghiera e così via; ma da questo punto di vista le comunità parrocchiali hanno ancora maggiore fantasia.

L’esercizio della vita cristiana. «Iniziazione» cristiana significa che si apprende il cristianesimo innanzitutto vivendolo. Vengono suggeriti quindi come azioni e atteggiamenti da far propri nella vita personale l’ascolto della parola di Dio, mediante la lettura e il confronto con la Sacra Scrittura; i comportamenti conformi al Vangelo: povertà di spirito, mitezza, misericordia, purezza di cuore, fame e sete di giustizia, impegno a essere operatori di pace, fortezza nelle avversità e nelle persecuzioni; la partecipazione alla liturgia della Chiesa; l’espressione pubblica della fede nelle concrete situazioni della vita, rispondendo con dolcezza e rispetto a chiunque chiede ragione della speranza. Possono risultare indicazioni generiche e altisonanti, ma ogni parroco, aiutato dall’esperienza e dagli spunti nelle tante guide a disposizione, saprà sicuramente trovare altri suggerimenti concreti.

Questi quattro elementi, diversamente miscelati e adattati alle diverse situazioni, formano un sistema coerente e non debbono essere separati tra di loro. Quando parliamo allora di “catechesi” per l’iniziazione cristiana, dobbiamo ricordare che deve essere costituita da questi quattro ingredienti: altrimenti è un’altra cosa.

Ancora riti…

I riti previsti nel catecumenato in senso stretto sono di diverso genere: una volta il catecumenato con il rito di ammissione (esaminato nell’articolo di Voce del 02/10/2010), vengono suggeriti anche per i fanciulli, su imitazione del percorso previsto per gli adulti, le consegne e le riconsegne, gli scrutini e l’elezione, che fa entrare nella preparazione immediata ai sacramenti dell’iniziazione cristiana e cioè Battesimo, Confermazione ed Eucaristia.

Nelle consegne (traditiones) la Chiesa affida agli eletti le antichissime formule della fede e della preghiera cioè il Simbolo (Credo), e la preghiera del Signore (Padre nostro). Queste celebrazioni sono in stretta relazione con la catechesi che si va sviluppando: secondo il metodo della traditio-redditio, è suggerito estendere la “consegna” anche alla Bibbia (storia della salvezza), alle Beatitudini, alla Legge (comandamenti, precetto della carità, discorso della montagna). La “riconsegna”, che corrisponde per esempio ad una recita personale del Credo da parte del candidato durante un rito a ciò dedicato, è suggerito di porla al termine delle relative catechesi e dopo un certo periodo di esperienza di vita cristiana.

Al Battesimo si è chiamati dalla Chiesa

Il rito dell’elezione o chiamata conclude la seconda tappa dell’iniziazione cristiana del fanciullo (cfr. Nota 2,42). Con essa i catecumeni, che hanno manifestato un vivo senso di fede e di carità e una conoscenza della fede cristiana proporzionate alla loro età, vengono ammessi ai sacramenti dell’iniziazione ed entrano nella preparazione immediata alla loro celebrazione. Il rito dell’elezione manifesta la chiamata di Dio alla fede attraverso la Chiesa e la volontà dei catecumeni di ricevere il Battesimo. Si richiede perciò il giudizio di idoneità espresso dai catechisti, dai genitori, dai padrini, dagli accompagnatori e da quanti hanno curato la formazione dei catecumeni.
Quando può avvenire il rito dell’elezione? All’inizio dell’ultima Quaresima oppure all’inizio dell’ultimo anno della catechesi catecumenale. Essa si fa durante la celebrazione della Messa domenicale. Dopo l’omelia i fanciulli vengono presentati alla comunità e viene reso pubblico il giudizio di idoneità di quanti hanno curato la loro formazione, ed essi stessi manifestano la volontà di accedere al Battesimo, scrivendo ad esempio il loro nome sul libro dei candidati al Battesimo. Chi presiede, chiamandoli per nome, li dichiara “eletti”. La celebrazione si conclude con la preghiera litanica per gli eletti e il loro congedo. Il rito, con i necessari adattamenti, può essere preso dal rito per i catecumeni adulti (RICA, 143-151) e non è facoltativo.

Gli scrutini (cfr. Nota 2, 43) sono dei riti di tipo penitenziale che hanno lo scopo di far prendere coscienza al fanciullo che Dio lo ha amato e lo ama continuamente, ma non sempre egli risponde a lui positivamente. Le celebrazioni manifestano l’iniziativa di Dio che sostiene la libertà dei fanciulli nel loro orientamento verso di lui, li illuminano sul significato della lotta che già debbono affrontare e sostenere, donano loro forza e coraggio per partecipare alla vittoria di Cristo sul peccato, ma anche la gioia e la pace che scaturiscono dalla certezza di appartenere già al mondo salvato da Gesù Cristo. Nella celebrazione degli scrutini si chiede al Padre che i fanciulli, che già fanno esperienza della tentazione e del peccato, siano purificati e preservati da ogni male e corroborati nel cammino della vita (RICA, 339) e si fa l’unzione con l’olio dei catecumeni, sul petto o su entrambe le mani (RICA, 340).

don Sinuhe Marotta