Convegno Catechisti 2010: «Iubilate Deo»

Presentazione (21/05/2010)

Che cosa ha a che fare l’esperienza della festa con la catechesi cristiana? E quali sono gli ingredienti della festa cristiana? La domenica è una dimensione facoltativa all’interno del processo di formazione dei nostri ragazzi, così come ritengono molte famiglie? Oppure: quale cristianesimo emerge senza il “dominicum” (ammesso che riesca a sopravvivere…)? Sine dominico vivere non possumus: così dicevano i martiri di Abitene (attuale Tunisia), quando si lasciarono uccidere soltanto per aver partecipato alla festa cristiana del dominicum, quella che noi chiamiamo la “messa della domenica”.

Il Convegno Catechisti 2010 propone una riflessione sul rapporto tra catechesi e tempo festivo. Oggi sembra infatti che si sia spezzato il ritmo tra festa e lavoro e – per noi cristiani – tra domenica e tempo feriale. Addirittura la distinzione tra i giorni festivi e feriali non è più agevole: i giovani fanno “festa” a partire dal venerdì sera, anzi, con le “serate a tema” tutti i giorni della settimana vanno bene, e si può bere abbondantemente e “sballare” anche il mercoledì. Inoltre, feste private che sostituiscono i tradizionali pomeriggi in oratorio, la domenica che sembra non più vissuta in modo cristiano, addirittura la fatica a trovare tempi e orari per la catechesi in parrocchia, una catechesi che spesso sembra senza gioia: questi ed altri cambiamenti recenti sembrano mettere a dura prova l’impianto formativo delle nostre parrocchie.

Al Convegno verranno offerti alcuni dati sulle feste private di compleanno in parrocchia che sostituiscono i tradizionali pomeriggi in oratorio, con concorso di popolo non indifferente e baluginìo di regali: i risultati di questa piccola inchiesta promossa dall’Ufficio Catechistico Diocesano sono assolutamente sconcertanti e dovrebbero spingere a riflessione i responsabili delle comunità e i catechisti.

Al Convegno cercheremo di ricordare l’importanza del ritmo tempo feriale – festivo, così come è proposto nell’esperienza biblica, oltre che di prendere coscienza dei cambiamenti attuali nella nostra società, con le inevitabili conseguenze sul modo di fare catechesi.

Riscopriremo gli ingredienti della festa cristiana, tentando di riproporre la centralità del Dies Domini – il Giorno del Signore nel pensiero e nella proposta catechistica parrocchiale.

Questi ed altre problematiche vorrebbero essere trattate al Convegno catechisti, che si svolgerà a Cervignano del Friuli presso la Sala “don Silvano Cocolin” (a fianco della chiesa di via Roma), con l’accoglienza collocata alle ore 14.45. Inoltre metteremo in agenda le principali proposte formative per l’anno 2010-2011.

La parte propositiva dei contenuti verrà affidata in modo simpatico ad un talk-show tra il biblista, l’antropologa e l’educatore, impersonati da don Giorgio Giordani, la prof.ssa Annamaria Rondini e il dott. Albino Pavlic, mentre l’Arcivescovo mons. Dino De Antoni terrà una lectio magistralis proprio sul Dies Domini, nei suoi risvolti di giorno di Dio, giorno di Cristo, ma anche giorno della Chiesa e giorno dell’uomo.

Insomma, un rilancio della domenica da vivere in modo cristiano, come la risorsa tra le più interessanti per la formazione e l’iniziazione cristiana dei nostri ragazzi e adolescenti.

l momento della preghiera e della convivialità sono come al solito previsti: per questo i catechisti di ogni parrocchia presente sono invitati a portare un dolce da condividere con le altre comunità, mentre il caffè verrà offerto sul posto. È prevista una quota di partecipazione di 10 euro per ogni parrocchia presente, indipendentemente dal numero di catechisti, quota che verrà gentilmente messa a disposizione dai parroci, sempre attenti alla formazione dei propri catechisti.

Il programma

Destinatari

– catechisti parrocchiali
– presbiteri e diaconi
– operatori ecclesiali interessati (ministri dell’Eucaristia, lettori, ecc.)

Obiettivi

– ricordare l’importanza del ritmo tempo feriale – tempo festivo, così come è proposto nell’esperienza biblica vetero e neo testamentaria
– rendere coscienza del cambiamento attuale del ritmo festa – lavoro
– riscoprire gli ingredienti della festa cristiana
– riproporre la centralità del Dies Domini nel pensiero e nella proposta catechistica parrocchiale

«Ma in questo nostro tempo, specialmente nelle società fortemente industrializzate e ad elevato benessere, nuove condizioni e nuove abitudini di vita stanno esponendo la domenica a un processo di profonda trasformazione. In questa situazione è possibile che il giorno della festa perda il suo significato cristiano originario per risolversi in un giorno di puro riposo o di evasione, nel quale l’uomo, vestito a festa, ma incapace di fare festa finisce con il chiudersi in un orizzonte tanto ristretto che non gli consente più di vedere il cielo» (Conferenza Episcopale Italiana, Il giorno del Signore, 1984).

«Ciò si accompagna a una richiesta di potenziamento della catechetica, che aiuti a cogliere il senso non solo del lavoro e della festa, ma del tempo dell’uomo in relazione al tempo di Dio. In ultimo, emerge in molti gruppi il richiamo a vivere insieme con coraggio e realismo il giorno di festa. Con coraggio: disposti anche a boicottare lo shopping nel giorno del Signore. Con realismo: rivisitando i nuovi areopaghi del tempo libero – sport, turismo, ecc. – come luoghi di senso e di testimonianza» (Convegno Ecclesiale di Verona, Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo, Sintesi dei lavori per ambito: Lavoro e festa, 2006).

«La domenica deve essere presentata come festa primordiale e pasqua settimanale, fondamento e nucleo dell’anno liturgico. Il giorno del Signore risorto e asceso al cielo raduna in assemblea i credenti per renderli sempre più Chiesa: è giorno di gioia, di riposo dal lavoro, di fraternità» (CEI, Il Rinnovamento della catechesi. Documento base, 1970).

Contenuti
– riflessione a più voci sulla festa come tempo e come linguaggio indispensabili per la catechesi
– alcune esperienze diocesane sul rapporto tra catechesi e dimensione della festa
– formazione catechisti: verifica 2009-2010 e proposte per il futuro
– preghiera e convivialità

La struttura
– 14.45 accoglienza
– 15.00 preghiera
– 15.15 Saluto e presentazione convegno: Direttore UCD
– 15.25 Introduzione multimediale – interviste / provocazione
– 15.30 A colloquio – tavola rotonda con il biblista, l’antropologa e l’educatore. Intervengono don Giorgio Giordani, la prof.ssa Annamaria Rondini, il prof. Albino Pavlic
– 15.50 Domande e interventi dei partecipanti
– 16.30 pausa caffè
– 17.00 intervento dell’arcivescovo mons. Dino De Antoni
– 17.30 ascolto 3 esperienze diocesane (in video)
– 18.00 Comunicazioni
– 18.30 Conclusione e congedo

Data e orario: sabato 12 giugno, Inizio ore 15.00; termine: ore 18.30.

Luogo: Sala «don Silvano Cocolin», via Roma – Cervignano del Friuli

È prevista una pausa caffè intorno alle ore 16.30.

Iscrizioni: entro il 10 giugno 2010.

Scarica il volantino

Le foto e i documenti (14/06/2010)

Convegno catechisti 2010

Pubblichiamo alcune immagini e i documenti dell’incontro. Oltre un centinaio i presenti.

CEI, Il Giorno del Signore, 1984 (pdf)
A. FABRIS, Introduzione all’ambito: lavoro e festa (pdf)
GIOVANNI PAOLO II, Dies Domini, 1998 (pdf)

Intervento dell’Arcivescovo Dino: “Dies Domini, Dies Christi, Dies Hominis”

L’intervento dell’Arcivescovo si è concentrato sul valore della domenica come simbolo e sintesi del festivo per i cristiani. Ispirandosi ad un documento di Giovanni Paolo II del 1998, Dies Domini, mons. De Antoni ha evidenziato come già nel racconto della creazione il settimo giorno festivo – lo shabbat – è il presupposto per il senso del cosmo intero, che libera il tempo dal caos e lo porta alla comunione con il Creatore.

Nel giorno festivo della Bibbia si rivive però anche il tempo della liberazione, in cui il precetto dell’emancipazione obbligatoria dal lavoro ricorda all’uomo il passaggio pasquale attraverso deserto, grazie al quale il popolo di Israele è stato liberato della schiavitù dell’Egitto.

Nella domenica si radicalizza in qualche modo la promessa di Dio: il giorno festivo diventa il giorno della liberazione dalla morte e dell’orientamento alla vita senza tramonto, e tutto il creato vi trova un senso ancora più profondo, vedendo in essa l’immagine della sua destinazione finale. La festa, diventata così il “dies Christi”, diventa il primo giorno della nuova creazione, che anticipa e porta alla vita senza tramonto.

La festa domenicale cristiana è l’unico luogo dove persone di età, cultura, estrazione, convinzioni diverse si ritrovano insieme, vivendo la comunione nella molteplicità. Le comunità dovrebbero porre ulteriore attenzione – ha continuato l’Arcivescovo – a proporre sempre con finezza e qualità, anche tecnica, la Parola di Dio e l’incontro eucaristico, fulcro della domenica. Apre il cuore – ha continuato il presule – vedere delle comunità che pensano, preparano, vivono la liturgia con amore e competenza nel Giorno del Signore.

La domenica è però anche il dies hominis, il giorno della gioia per ogni uomo, prima ancora che il calendario civile riconoscesse la festa cristiana, ormai molti secoli or sono. L’impegno è di aiutare con la catechesi gli adulti cristiani a comprendere il valore anche di riposo e di gioia tipico di questo giorno.

La domenica infine è il giorno dei giorni, che anticipa quello che sarà il giorno ultimo. La dimensione escatologica è tipica del giorno del Signore, da far rifluire con maggiore coraggio all’interno della nostra catechesi.

La festa, tempo di Dio, tempo per l’uomo

“Che cos’è un rito, disse il Piccolo Principe. È ciò che fa diverso un giorno dagli altri giorni”. Con questa citazione è iniziato l’interessantissimo dialogo fra i tre esperti invitati al Convegno Diocesano Catechisti del 12 giugno a Cervignano del Friuli.

Ha esordito l’antropologa, la prof.sa Annamaria Rondini di Trieste, ricordando come è necessario per l’uomo avere un giorno diverso dagli altri, un giorno festivo – e da sempre sacro – che ha consentito l’emergere dell’umanità in quanto tale nell’orizzonte degli esseri viventi sulla terra. Estremamente significative, allora, le pagine iniziali della nostra Sacra Scrittura che esordiscono proprio con la creazione del calendario settimanale e l’ingresso solennissimo del settimo giorno, il giorno tutto di Dio, a Lui dedicato e consacrato, ha sottolineato don Giorgio Giordani, biblista goriziano.

Fa molto riflettere, quindi, il cosiddetto “ingrigimento dei calendari”, processo tipico della globalizzazione che tende a rendere i giorni – e i tempi del giorno/notte – tutti uguali tra loro e interscambiabili. Partito dal cuore dell’Occidente, questo fenomeno del “sempre aperto” tenta di sbarcare anche in Friuli, sia grazie alle recenti leggi regionali, sia complice la crisi economica che spinge a ritagliare nuovi e anche minimi spazi di utile per i commercianti, dando origine ad una “colonizzazione del tempo” da parte del mercato. Ma l’“ingrigimento dei calendari si estende soprattutto nella cultura giovanile, dove tende ormai a sfumare addirittura la tradizionale differenza tra giorno, dedicato normalmente all’attività umana, e notte, dedicata di per sé al riposo.

Se viene meno la struttura culturale della “festa”, i primi ad allarmarsi sono proprio i cristiani, che del ritrovo nel giorno festivo hanno da sempre fatto la loro carta d’identità. Anzi, proprio grazie a loro il “festivo” cambierà la sua natura e diventerà il “domenicale”, perché riempito della presenza del Dominus – Signore, che è Cristo Risorto. Addirittura il nome del primo giorno dopo il sabato, “giorno del sole” nella tradizione latina e ancor oggi in quella anglosassone, verrà cambiato dai cristiani in dies dominica – giorno del Signore, Cristo Gesù, vero sole di giustizia risorto dai morti, da cui la nostra domenica.

Albino Pavlic, psicologo e educatore, ha ricordato come i piccoli umani che escono dalle filiere della nostra società globalizzata presentano normalmente delle grandi difficoltà a socializzare e a “fare festa” assieme, nonostante le molteplici opportunità loro offerte.

La festa è il luogo di incontro tra l’infinito di Dio e il tempo dell’uomo, ha ribadito don Giordani nel suo appassionato intervento. Gli interventi sono ascoltabili liberamente sul sito dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Gorizia.

I bambini di oggi fanno fatica a fare festa

Un fenomeno di massa le feste di compleanno in parrocchia

E sono addirittura gli adulti-genitori che si accorgono di questo sintomo, chiedendo sempre più spesso a degli “esperti” di animare le feste “laiche” dei loro figli, come quelle di compleanno, ormai dilaganti anche nelle nostre parrocchie. Così lo psicologo Albino Pavlic durante il Convegno Catechisti di giugno 2010.

La ricerca della “festa” è un fenomeno tipico e crescente anche nella nostra società. Da una semplice inchiesta svolta dall’Ufficio Catechistico Diocesano, nella nostra diocesi sono state contate nell’anno 2009 oltre un migliaio di feste di compleanno celebrate nei locali parrocchiali, con un turn-over di quasi 30.000 persone. E questo soltanto in 38 parrocchie: se completassimo l’indagine, il numero dovrebbe sicuramente essere dimensionato sulle 90 parrocchie attive in diocesi. Un fenomeno di massa, insomma, ancor più rilevante se aggiungiamo le feste di compleanno dei ragazzi pagate in pizzeria o nei locali specializzati.

Questo fenomeno richiede l’attenzione pastorale delle comunità cristiane e – perché no – dei catechisti. La festa, infatti, oltre che celebrativa, è anche uno strumento educativo, specialmente per i più piccoli. Con il suo carico di ritualità e di coinvolgimento emotivo (anche economico, potremmo aggiungere pensando ai tanti impegni dei genitori nelle diverse feste di compleanno dei compagni di classe dei figli), diventa portatrice di contenuti di valore nelle coscienze dei piccoli che stanno formandosi le strutture fondamentali della personalità.

Un vero disastro queste celebrazioni di compleanno, se fanno gonfiare ulteriormente delle personalità già di per sé narcisistiche, sempre e comunque al centro dell’attenzione, dove gli altri alla fine si riducono a banali “portatori di doni”. Utili queste “feste”, invece, se vengono trasformate in “giorno del grazie”, dove i fanciulli vengono educati ad essere riconoscenti, a “rendere grazie” (o “eucharistein”, potremmo suggerire nel nostro gergo…) verso chi ha loro donato la vita, dai genitori al Padre datore di ogni dono e che sta nei cieli, e coinvolgere in questo i loro cari e amici.

In alcune parrocchie è stata introdotta la consuetudine di proporre la benedizione dei piccoli al momento del taglio della torta, condita da una brevissima catechesi in forma di racconto edificante, con il coinvolgimento dei partecipanti. Cosa non facile, ma molto apprezzata anche dagli adulti stessi e attesa – le volte successive – dai piccoli recidivi festaioli.

Festa e catechesi: quattro esperienze in diocesi

Vengono riportate quattro esperienze in cui la “festa cristiana” – intesa come tempo, la domenica, e come linguaggio – è valorizzata e utilizzata come luogo/spazio e occasione di catechesi.

Con il termine “festa”, al Convegno si è voluto parlare del “domenicale”, concentrato di vita comunitaria articolata tra celebrazione liturgica, catechesi, servizio ai più piccoli e ai poveri e dimensione festosa collegata alla musica e al canto.
Le quattro esperienze qui proposte sono vissute da parrocchie della diocesi di Gorizia.

La catechesi alla domenica. In alcune parrocchie della diocesi (ad esempio Gradisca), la catechesi viene svolta alla domenica mattina. Scelta a volte obbligata, causa gli innumerevoli impegni dei ragazzi e non ultimo anche lavorativi infrasettimanali dei catechisti, si è rivelata alla fine vincente per i contenuti passati ai ragazzi e alle famiglie: la domenica è il Giorno del Signore, il giorno della comunità, il giorno in cui cresciamo come cristiani. Dopo alcune proteste iniziali dei genitori e alcuni “abbandoni” della comunità in cerca di orari considerati meno impegnativi, sono state le famiglie stesse a chiedere di portare in fascia domenicale la formazione dei figli. Vantaggi: ragazzi e genitori più presenti a messa, l’immagine della comunità arricchita e vivacizzata, le famiglie che si ritrovano sul sagrato, i contenuti della domenica ridisegnati in maniera più “cristiana”. Difficoltà: i ragazzi dopo la messa possono essere più stanchi; durante la settimana l’oratorio rischia di svuotarsi, in caso di assenza delle famiglie i ragazzi perdono messa e catechesi.

Attività per i 3-6 anni. In un’altra parrocchia (Duomo di Gorizia), si è intervenuti sul difficoltà delle mamme con figli piccoli a partecipare all’Eucaristia, dedicando la cappella feriale per l’attività rivolta ai bambini fino ai 6 anni. Su una moquette stesa in terra, aiutati dalle ragazze delle cresime sotto la guida di un’animatrice, e utilizzando i tanti sussidi i commercio, ai piccolissimi viene proposto il racconto del Vangelo del giorno, seguito da semplici attività di disegno e simili. Al momento della comunione, si forma il serpentone che attraverso la navata porta i bambini a ricevere “il segno di Gesù” sulla fronte, abituandoli così a presentarsi in fila con gli adulti al sacerdote. Commuove vedere come attendono il piccolo segno di croce sulla fronte e come siano fedeli all’appuntamento settimanale. Le mamme gradiscono, anche per la possibilità di partecipare serenamente alla messa. Le ragazze delle cresime sono molto più motivate a partecipare all’Eucaristia.

Un recital per grandi e piccini. Il linguaggio della musica, della danza e del canto, festosi per loro natura, sono stati utilizzati dalle parrocchie di Lucinico e Madonnina per proporre la storia biblica di Giuseppe, in un impegnativo recital che ha visto coinvolti oltre un centinaio tra genitori, bambini, catechisti e nonni delle comunità. Tra costumi, coreografie, cori, musiche e canzoni i messaggi lanciati sono stati molteplici, tra cui la conoscenza della storia biblica del Patriarca e dei suoi fratelli. Un modo simpatico e coinvolgente di rendere anche testimonianza pubblica della vita della chiesa, coinvolgendo molte centinaia di spettatori in diverse città della diocesi.

(Attenzione: il video inizia con una sequenza “nera”)

Operazione “Uomini come noi”. Il giorno festivo della settimana viene riempito anche di attenzione ai più poveri del mondo. Una volta all’anno, la parrocchia di Cervignano rilancia con coraggio le storiche raccolte di “carta e stracci”, trasformandole in un evento formazione e di servizio di tutto rilievo. Quasi 200 volontari e decine di ditte coinvolte nella raccolta e riciclo di materiali ferrosi e in un gigantesco mercatino dell’usato, il cui ricavato va al Centro Missionario Diocesano. La celebrazione domenicale dell’Eucaristia al campo e in divisa di lavoro sta al centro della due giorni di intensissima attività, vissuto con grande gioia dai partecipanti di tutte le età, ma specialmente giovani. Come fosse una festa…