Convegno Catechisti 2008: “Catechesi, tradizione, educazione alla speranza”

Verso il Convegno diocesano Catechisti 2008 (08/5/2008, di don Sinuhe Marotta)

Sabato 14/06/2008 dalle 15.00

È sabato 14 giugno 2008 la data prescelta per l’annuale Convegno diocesano dei Catechisti della diocesi di Gorizia. Dalle ore 15.00 alle 18.30 i catechisti dell’Arcidiocesi saranno invitati ad incontrarsi sul tema: “Catechesi, tradizione, educazione alla speranza” presso la Sala Romana in piazza Capitolo ad Aquileia.

La scelta del tema intende riprendere esplicitamente i lavori dell’ultimo Convegno Ecclesiale di Verona della Chiesa Italiana, affrontando l’ambito della tradizione.

La modalità scelta per trattare questo importante elemento della vita ecclesiale si inserisce nel cuore dell’importante Anno Cromaziano, in cui si celebrano i 1600 dalla dormizione del grande Padre aquileiese.
Verranno presentate pertanto le principali ricchezze della dottrina di Cromazio di Aquileia, riflettendo sulle opportunità per i catechisti che nascono dalla conoscenza delle proprie radici, sia spirituali che artistiche.

Infine verranno presentate brevemente le proposte formative per l’anno 2008-2009, in rete con le offerte delle parrocchie e dei decanati.

«Nella trasmissione del proprio patrimonio spirituale e culturale ogni generazione si misura con un compito di straordinaria importanza e delicatezza, che costituisce un vero e proprio esercizio di speranza. La sfida educativa tocca ogni ambito del vissuto umano e si serve di molteplici strumenti e opportunità, a cominciare dai mezzi della comunicazione sociale, dalle possibilità offerte dalla religiosità popolare, dai pellegrinaggi e dal patrimonio artistico» (Nota pastorale dell’Episcopato italiano dopo il 4° Convegno Ecclesiale Nazionale, Roma, 2007).

Il programma (08/05/2008)

14.45 – Accoglienza e segreteria, Atrio Sala Romana (Commissione Diocesana Catechesi)
15.00 – Preghiera, Sala Romana (Parrocchia di Villesse, don Francesco Fragiacomo)
15.15 – Introduzione al Convegno (don Sinuhe Marotta, direttore UCD Gorizia)
15.30 – Trasmettere il proprio patrimonio spirituale come esercizio di speranza (mons. Dino De Antoni, Arcivescovo di Gorizia)
16.00 – San Cromazio di Aquileia, credente, pastore, catechista (prof. Alessio Persic, Facoltà di Teologia di Gorizia Udine Trieste)
17.00 – Pausa caffè
17.20 – Il patrimonio artistico e spirituale delle nostre comunità come risorsa per la catechesi (arch. don Gianmatteo Caputo, Direttore Ufficio Promozione Beni Culturali Patriarcato di Venezia)
18.15 – Comunicazioni
18.30 – Congedo

Scarica il pieghevole del Convegno

Il grande vescovo Cromazio parla oggi ai catechisti (09/05/2008, di don Sinuhe Marotta)

Ricchissimi gli spunti per i catechisti dal padre aquileiese

Cromazio di Aquileia

Chi era, che cosa ha detto e scritto, perché è importante e se è ancora attuale per la catechesi oggi: ecco alcune domande alle quali il Convegno Catechisti 2008 cercherà di rispondere con la prima relazione, a cura del dott. Alessio Persic dell’Università Cattolica di Milano, coordinatore del Convegno Scientifico Internazionale su Cromazio di Aquileia e docente nella Facoltà di Teologia di Udine, Trieste e Gorizia.

Una riflessione, quindi, su san Cromazio di Aquileia credente, teologo e catechista, di sicuro interesse per gli operatori pastorali che, come i catechisti, sono chiamati a comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Come stava cambiando, del resto, il mondo di Cromazio di Aquileia, con nuove popolazioni che premevano alle porte di Aquileia e il sistema imperiale in grande crisi.

Stiamo vivendo infatti nella nostra Regione l’Anno Cromaziano, nel XVI centenario di San Cromazio di Aquileia. Un Comitato Nazionale ha predisposto una serie di manifestazioni a livello internazionale per rivelare nuovi aspetti di questo poco conosciuto Padre della Chiesa.

I festeggiamenti sono stati aperti il 2 dicembre 2007, memoria liturgica di San Cromazio, ad Aquileia nella Basilica Patriarcale con una solenne eucaristia, presieduta dal cardinale Franc Rodé, Prefetto della Congregazione per la Vita Consacrata e concelebrata dai vescovi dell’antica metropolia aquileiese (Triveneto, Slovenia, Carinzia e Baviera).
Mercoledì 5 dicembre 2007, in Aula Paolo VI, il papa Benedetto XVI ha svolto la catechesi dell’udienza su San Cromazio di Aquileia.

Il patrimonio artistico della propria comunità risorsa per la catechesi (09/05/2008, di don Sinuhe Marotta)

Al Convegno Catechisti ad Aquileia

Mosaico di Aquileia

Di sicuro interesse si presenta la seconda relazione prevista al prossimo Convegno Catechisti di Aquileia. È stato infatti contattato il direttore dell’Ufficio Beni Culturali della diocesi di Venezia, il prof. don Gianmatteo Caputo, al quale è stato chiesto di raccontare l’esperienza che si sta svolgendo nella diocesi lagunare.

Ricchissima di opere d’arte, la Chiesa veneziana ha attivato un movimento di guide per i turisti, specialmente per l’importante Basilica marciana, di tutto rilievo. Una proposta di utilizzo catechistico del tradizionale patrimonio artistico e culturale della nostra Chiesa sarà quindi l’obiettivo dell’intervento di don Caputo e dei suoi collaboratori, esperienza che potrà offrire validi stimoli anche ai nostri catechisti.

L’intervento va ad integrare la relazione del dott. Alessio Persic dell’Università Cattolica di Milano, coordinatore del Convegno Scientifico Internazionale su Cromazio di Aquileia, che presenterà l’attualità catechistica del padre aquileiese.

I due interventi si integrano coerentemente, in ascolto delle indicazioni dei vescovi italiani che, dopo il Convegno Ecclesiale di Verona, suggeriscono di sostenere la sfida educativa con “molteplici strumenti e opportunità, a cominciare dai mezzi della comunicazione sociale, dalle possibilità offerte dalla religiosità popolare, dai pellegrinaggi e dal patrimonio artistico”.

Le foto e i documenti (16/06/2008)

Ecco le foto.

Educare si deve; ma si può?

Apprezzato l’intervento dell’Arcivescovo mons. De Antoni

Convegno Catechisti 2008

Con questa difficile domanda si è aperto l’intervento di mons. De Antoni, salutando i partecipanti e gli organizzatori dell’annuale Convegno catechisti dell’Arcidiocesi di Gorizia.

Il presule ha ricordato innanzitutto come l’educazione non è solo problema pedagogico – come trasmettere – ma innanzitutto di contenuti della fede: credo così fortemente che ho il diritto di trasmetterlo alle generazioni successive.

Ma quale il patrimonio spirituale da trasmettere? Le difficoltà, innanzitutto, sono state paventate da mons. De Antoni, evidenziandone diverse: la fragilità delle nostre famiglie; la crisi dell’autorità in una cultura dell’uguaglianza; lo sviluppo tecnologico, che sembra mettere i giovani avanti ai vecchi nel possesso di conoscenze; la concezione del presente come “tempo reale”, che priva di peso l’eredità delle generazioni precedenti.

I credenti, come Pietro e Giovanni davanti allo storpio che poi guariranno nel tempio, affermano di non avere “nè oro nè argento”, ma una parola capace di far camminare verso la vita.

Ecco allora che appare sensato comunicare la propria fede, non certo con dimostrazioni mutuate dalla filosofia o prescrizioni prese dall’etica, quanto piuttosto attraverso un incontro, presente. Questo infatti è la Tradizione: non un passato ma un presente che ci raggiunge come un avvenimento, ora.

Trasmissione è innanzitutto testimonianza di ciò che sento pertinente per la mia vita, e in un certo senso diventa sempre un po’ comunicare se stessi.

Ricordando la riflessione sulla tradizione svolta al Convegno di Verona, l’Arcivescovo ha incoraggiato gli adulti a non dimenticare di dover trasmettere, non accontentandosi del prevalere contemporaneo della “formazione” o della “informazione”.

«Cromazio di Aquileia, chi era costui?»

Impegnativa lezione del patrologo prof. Alessio Persic

prof. Alessio Persic

Con una parafrasi della citazione di manzoniana memoria, il prof. Persic si è immediatamente inserito nell’attualità dei mezzi di comunicazione nazionali, alcuni dei quali – come Il Sole 24 ore – hanno contestato l’impegno dello Stato italiano nel finanziare l’importante convegno mondiale da lui stesso presieduto su Cromazio e tenutosi alcune settimane or sono ad Aquileia.

Ma i Padri hanno comunque da dire qualche cosa ancora oggi ai credenti e agli interessati di vicende umane, come fossero un antico e prezioso oggetto continuamente lucidato e reso nuovamente splendente. Nel loro pensiero sono nascoste delle gemme dormienti che i contemporanei hanno il compito di scovare: questo il pensiero autorevole del teologo K. Rahner. E quali sono queste gemme per il nostro Cromazio?

Innanzitutto il suo ruolo politico di pastore in una metropoli – Aquileia – che, come il Friuli a cavallo delle due Guerre mondiali più recentemente, si è trovata al cuore di eventi dal peso europeo. Cromazio è inserito nella grande fioritura di grandi vescovi del IV secolo, in compagnia di colossi come Ambrogio, Crisostomo ed altri ancora, benché ignorati dalla storiografia pagana del tempo. Egli sa assumere posizioni di rilievo pubblico nei confronti di altri vescovi, di imperatori, di fronte ai barbari, ai pagani o alle minoranze dei Giudei.

In secondo luogo, l’esperienza monastica che trovò sede proprio nella sua famiglia di origine, e che coinvolse a diverso titolo personaggi come ad esempio san Girolamo che la definirà un “glutinum caritatis” è vincolo di carità. Esperienza rigorosa di preghiera, di studio e di resistenza contro la vivace eresia ariana.

In terzo luogo, Cromazio nella sua non-originalità di pensiero, è diventato un testimone autorevole della tradizione aquileiese, esprimendone il tessuto ecclesiale e teologico. Anche nel linguaggio: semplice, quasi “rusticus“, ma portatore di contenuti preziosi e imbevuto di Sacra Scrittura al punto da far sentire ai suoi ascoltatori “come lingua straniera” i testi profani del tempo.

Un concentrato di immagini le sue omelie e dispiace – se possiamo fare un rilievo all’intervento – che ne sia stata presentata una soltanto, la noce dalla verga di Aronne, essendo stata questa una delle richieste avanzate al relatore.

L’arte dalla parte di Dio

Il responsabile dei Beni culturali del Patriarcato di Venezia

don Gianmatteo Caputo

È proprio l’evento dell’Incarnazione che rende possibile l’arte cristiana, e ne diventa il contenuto stesso. infatti nell’Incarnazione Dio dice ciò che poteva dire di se stesso e questo diventa oggetto di raffigurazione, in una correlazione di linguaggio divino e umano.

Al relatore don Gianmatteo Caputo era stato chiesto di offrire delle indicazioni sul come leggere il patrimonio artistico delle nostre comunità come risorsa per la catechesi. Innanzitutto egli ha offerto una precisazione: ci possiamo trovare, infatti, di fronte all’arte cristianamente ispirata, all’arte per la liturgia e all’arte dedicata alla devozione.

Mai come nell’esperienza estetico-artistica, valgono le parole del Vangelo “vieni e vedi”. E i catechisti sono gli esegeti dell’arte del passato. Essi hanno il compito di emozionare le persone davanti all’arte cristiana, che in ultima analisi è testimonianza di Cristo. Le opere d’arte del passato dicevano la Parola di Dio “sine glossa” e le nostre Chiese sono diventate la più bella pagina di tradizione cristiana.

Sono sette le porte per entrare correttamente all’interno dell’opera d’arte. Innanzitutto la porta della storia: ogni luogo infatti ha un passato che lo contestualizza e lo spiega. Poi la porta dell'{{arte}}, con i suoi stili e le influenze che la rendono intelligibile.

Quindi la porta della Sacra Scrittura, senso e ragione dei gioielli artistici del passato. Quindi la devozione, che spiega le immagini anche quando la loro storia fosse ambigua. Poi la tradizione apostolica, simboleggiata dalle croci consacratorie che troviamo sulle pareti delle nostre Chiese, che è un fatto vivo e ininterrotto che consente di leggere le opere d’arte.

La liturgia, inoltre, è un elemento fondamentale, perché le chiese nascono proprio per la liturgia, che è come una grande icona, tanto che bisognerebbe poter rievocare la celebrazione solo guardando la chiesa. Infine l’architettura: spazi e strutture hanno valore spirituale ed esperienziale. Le chiese, ad esempio, erano orientate, volte ad oriente, e guardando al sole hanno cercato di piegare la luce al senso spirituale.

Con una bella serie di immagini commentate, don Gianmatteo Caputo ha esemplificato le linee teoriche poco sopra espresse, nell’interesse generale dei catechisti immersi nella penombra della sala.

Peccato soltanto che la lunghezza eccessiva dell’intervento abbia messo in qualche difficoltà gli organizzatori che vedevano così abbondantemente superato il termine previsto del Convegno.

Il Convegno 2008, un’occasione mancata? (24/06/2008)

Animata discussione all’interno della Commissione diocesana per la Catechesi, che ha proposto e organizzato il Convegno Catechisti 2008, al momento della verifica dello stesso. Non tanto per il centinaio di catechisti presenti, attentissimi pur nella oggettiva difficoltà di alcuni interventi; nè per gli altri 300 desolatamente assenti.

Sabato 14 giugno forse abbiamo esperimentato in prima persona come contenuti preziosi abbiano bisogno di contenitori adeguati per non perdere il loro impatto formativo. Ottimo, infatti, è stato il livello delle diverse relazioni, ma certamente troppo impegnative culturalmente alcune ed eccessivamente dilatate nel tempo altre, tanto da costringere alcuni partecipanti ad allontanarsi dalla sala all’ora preventivata (anche se una volta all’anno una piccola eccezione si potrebbe fare…). Non avrebbe neppure stonato nella cartella del materiale su Cromazio; ma i partecipanti e la rappresentanza di molte parrocchie hanno però compiuto il piccolo miracolo annuale.

Su questa linea cercheremo allora di continuare, così come molti catechisti partecipanti hanno sollecitato a fare al termine del Convegno.

Da qui, infatti, prenderanno corpo le proposte formative 2008-2009 per i catechisti della diocesi, partendo dalla visita guidata alla mostra iconografica di Illegio sul tema della Genesi, prevista per il 13 settembre 2008. È già stato contattato don Caputo di Venezia per una visita guidata aperta ai soli catechisti diocesani alla Basilica di San Marco, probabilmente il 16 novembre di quest’anno, mentre è in preparazione per il gennaio 2009 un laboratorio ad Aquileia che aiuterà i nostri catechisti a diventare esperti presentatori ai loro ragazzi delle ricchezze dei nostri mosaici.

Restano ancora valide le consegne diocesane proposte dall’Arcivescovo e dal Centro Pastorale a tutti gli operatori pastorali e cioè creare delle piccole reti di sostegno reciproco e di programmazione comune, a livello interparrocchiale e decanale, in modo da aiutarsi reciprocamente a svolgere il compito importante che il Signore ci affida: far conoscere a tutti la forza e la bellezza della sua Risurrezione.