Convegno catechisti 2006: “A servizio di Cristo, speranza del mondo”
Il 30 giugno a Grado! (10/062006)
Si svolgerà nell’isola di Grado l’incontro diocesano dei catechisti per l’anno 2006.
Presso la Chiesa di San Crisogono e il Ricreatorio SPES in Città giardino, venerdì 30 giugno dalle ore 18.00 alle 21.00 circa sono invitati i catechisti dei fanciulli, degli adolescenti e degli adulti.
Il titolo scelto fa risuonare il vicino Convegno Ecclesiale di Verona, oltre che la recentissima lettera pastorale dell’arcivescovo mons. De Antoni: “Catechisti a servizio di Cristo, speranza del mondo”.
Obiettivi e struttura
L’Incontro Catechisti 2006 si propone di far incontrare i catechisti dell’Arcidiocesi al termine di un anno di lavoro dedicato all’annuncio del Vangelo di Cristo Risorto e alla formazione alla vita cristiana delle giovani generazioni, sviluppando ulteriormente il collegamento tra i vari comunicatori del Vangelo in diocesi.
In questo incontro vorremmo aprire una riflessione con i catechisti a proposito del Convegno Ecclesiale di Verona, che si terrà dal 16 al 20 ottobre prossimo. Oltre alla presentazione generale dei temi del Convegno, punteremo l’attenzione sull’ambito della trasmissione culturale, di grande interesse per la catechesi.
Offriremo ai catechisti convenuti la pubblicazione del lavoro realizzato nei Laboratori di Catechesi 2006, con le interessanti relazioni di don Laurita sull’accoglienza, l’annuncio e l’accompagnamento in catechesi, di don Marotta sull’iniziazione cristiana e il resoconto delle attività laboratoriali.
Infine cercheremo di identificare le proposte formative per l’anno 2006-2007, in rete con le offerte delle parrocchie e dei decanati.
I contenuti
– resoconto dei laboratori di catechesi 2006
– il Convegno di Verona e la trasmissione del Vangelo
– La lettera Pastorale dell’Arcivescovo e la catechesi
«Un ambito particolarmente importante e delicato della vita delle parrocchie è quello relativo alla iniziazione cristiana.
Essa è ancora rivolta nelle nostre parrocchie alla quasi totalità delle famiglie e dei ragazzi.
Qui le comunità investono, molte energie e persone, perlopiù, volenterose ma non sempre riqualificate e organizzate. Nonostante tanto impegno, non è stato infrequente constatare che i fanciulli e i ragazzi, presenti magari anche all’incontro catechistico con il Vescovo, di fatto – in diverse parrocchie – erano del tutto assenti nel giorno del Signore alla mensa eucaristica» (mons. Dino De Antoni, A servizio di Cristo speranza del mondo. Lettera al termine della Visita Pastorale, Gorizia 2006)
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L’Arcivescovo incontra i catechisti della diocesi (28/06/2006)
Sarà l’Arcivescovo mons. Dino De Antoni a guidare l’incontro dei catechisti della diocesi di Gorizia che si svolgerà venerdì 30 giugno a Grado. Nell’accogliente Chiesa di San Crisogono in Città Giardino, il presule aprirà il suo intervento alle decine di convenuti presentando le conclusioni della Visita pastorale, raccolte nella Lettera che ha rivolto alle 90 comunità parrocchiali della diocesi.
La Commissione diocesana per la Catechesi, presieduta dal direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Gorizia don Sinuhe Marotta, consegnerà invece la pubblicazione dell’iniziativa Laboratori di Catechesi 2006, che ha visto impegnati durante l’anno in corso oltre 50 catechisti di diverse parrocchie attorno a quattro parole-chiave nella formazione delle giovani generazioni: accoglienza, annuncio, accompagnamento verifica. Un centinaio di pagine che riportano gli interessanti interventi dei relatori nelle diverse sessioni di formazione oltre ai resoconti dei lavori di gruppo dei partecipanti.
L’intervento del prof. Pietro Biasiol, preside del Polo liceale Goriziano, spazierà sul tema della trasmissione dei saperi tra diverse generazioni, passaggio tanto difficile quanto necessario oggi, in tempi di forti mutazioni culturali condizionate, a volte in maniera non rispettosa della persona umana dei più piccoli, specialmente dai mass media.
L’incontro si concluderà con la presentazione delle offerte formative rivolte ai formatori delle diverse fasce di età per l’anno 2006-2007.
Concluso l’anno catechistico nella diocesi di Gorizia (04/072006)
Sono stati accolti dalla comunità parrocchiale di Grado i catechisti della diocesi che hanno partecipato all’Incontro diocesano, che concludeva l’anno catechistico 2006.
È stato l’Arcivescovo stesso mons. Dino De Antoni ad aprire l’incontro ringraziando i catechisti per la loro opera di comunicazione del Vangelo che si svolge non senza difficoltà.
La prof.sa Gabriella Valenti ha quindi presentato il volumetto che riporta i risultati dei Laboratori di catechesi 2006, dal titolo Accoglienza, annuncio, accompagnamento in catechesi, edito a cura della Commissione Diocesana per la Catechesi di Gorizia.
Il prof. Pietro Biasiol ha svolto una approfondita indagine sul tema Una fede da trasmettere?, attraversando con precisione il territorio della cultura contemporanea e, al suo interno, il processo della trasmissione del Vangelo.
Don Sinuhe Marotta, Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Gorizia, ha concluso il pomeriggio presentando le proposte di formazione per l’anno 2006-2007 adatte ai catechisti in attività.
Catechisti, uomini e donne di speranza
Apprezzato intervento di mons. De Antoni
Ha ringraziato con calore i catechisti convenuti l’Arcivescovo di Gorizia mons. Dino De Antoni, per averli trovati, nel corso della sua visita pastorale, come i più impegnati nelle comunità cristiane visitate.
L’icona di Emmaus, utilizzata dal presule, parla di due discepoli scoraggiati che si allontanano dalla comunità di Gerusalemme; ma sarà proprio l’incontro con il misterioso personaggio di cui credevano già di sapere ogni cosa che li rincuorerà e li spingerà a rituffarsi nel seno della comunità con rinnovato vigore e con una parola viva di speranza.
Questo allora l’invito del Vescovo, che si allinea sul richiamo operato ai cattolici italiani dai vescovi del nostro paese: puntare a diventare uomini e donne di speranza. Non devono scoraggiare le fatiche e spesso le sofferenze nell’impegnativo compito dell’annuncio evangelico: sono dolori – ha affermato mons. Dino – che appartengono al travaglio del parto, portatori di nuova vita.
Il Convegno ecclesiale di Verona potrà infine offrire motivi di catechesi ai diversi operatori ecclesiali: la vita affettiva, specialmente per gli adolescenti; il senso della festa e quindi del lavoro, specialmente per le famiglie e gli adulti; la fragilità, dimensione non solo degli anziani o dei malati ma appartenente ad ogni uomo; la cittadinanza, sulla quale puntare per aiutare i ragazzi a essere nel e per il luogo in cui si trovano, per aiutarli ad essere con le persone con le quali vivono.
Accoglienza, annuncio, accompagnamento in catechesi
Presentato il quaderno sui “Laboratori di catechesi 2006 dalla prof.sa Gabriella Valenti”
Accoglienza, annuncio, accompagnamento in catechesi è il titolo del primo quaderno dell’Ufficio di Catechesi dell’Arcidiocesi di Gorizia. Si tratta di un lavoro a più voci che, pur nella sua incompletezza – alcune parti procedono solo per cenni – rivela lo sforzo di cercare qualcosa assieme, quasi una “piattaforma comunicativa” comune.
Sostanzialmente il testo è diviso in due parti: una più teorica, sintetizzata da una parola-chiave (accoglienza, annuncio, accompagnamento), l’altra in cui trovano spazio i risultati dei cosiddetti laboratori.
Per ciascuno dei tre temi sono state riportate le trascrizioni degli interventi di don Roberto Laurita, catecheta della diocesi di Concordia-Pordenone. Un elemento che ritorna con costanza risulta essere l’attenzione alla relazione interpersonale che si declina in una serie di atteggiamenti educativi i quali diventano la cifra, il sapore del fare catechesi. Così l’accoglienza non è solo la parte iniziale del percorso, ma un atteggiamento di fondo fatto di ascolto attivo, empatia, rispetto, congruenza.
Accanto agli atteggiamenti e ai contenuti dell’annuncio, Laurita delinea la finalità e l’orizzonte sui cui si colloca l’agire della catechesi, ricordando che “Accompagnare vuol dire camminare insieme con la dovuta vicinanza, ma anche con la dovuta distanza, sapendo che Dio opera e proprio per questo crea sorprese e sapendo che, nel momento in cui abbiamo raggiunto l’obiettivo, perché qualcuno ha incontrato Dio, là noi dobbiamo farci felicemente e umilmente da parte”.
La parte teorica si completa con gli interventi di don Sinuhe Marotta, il quale propone alcuni aspetti del processo di iniziazione cristiana per i non battezzati come previsto da alcuni documenti ecclesiali ma soprattutto dal RICA(Rito di iniziazione cristiana degli adulti).Il suo lavoro si caratterizza per la distillazione di alcuni elementi costitutivi dell’accoglienza, del catecumenato come forma di annuncio, e della mistagogia intesa come forma di accompagnamento.
Tali elementi, assieme alle relative dinamiche in atto, vengono presentati come possibile paradigma del nostro fare catechesi offrendo tutta una serie di interessanti spunti che potrebbero essere tenuti in considerazione nella progettazione ordinaria dei percorsi catechetici.
Infine i laboratori, intesi quali luogo in cui si elaborano e si producono esperienze innovative. L’obiettivo era quello di costruire dei segmenti di itinerari di catechesi per le varie fasce d’età da utilizzare con libertà nelle parrocchie della diocesi, ma tale obiettivo si è rivelato, ad esperienza conclusa, un “punto d’arrivo ideale”.
Nonostante i limiti emersi, anche da questa esperienza formativa sono affiorati punti di forza che hanno portato ad elaborare le osservazioni, le valutazioni e le esperienze portate dai partecipanti che danno vita alla seconda parte del testo. Il materiale presentato è organizzato per fasce d’età (bambini, adolescenti, adulti/genitori) e riprende le tre parole-chiave della parte teorica. Accanto ad esse è stata aggiunta la parte sulla verifica a cui si è dedicato l’ultimo incontro e che ha visto l’uso di una scheda prodotta dagli Uffici Catechistici del Nord Est, utilizzata come strumento di sensibilizzazione e riflessione sull’attività di catechesi svolta in diocesi.
In sintesi i materiali raccolti nella seconda parte (i laboratori), ma in generale tutto il testo, vogliono essere un punto di partenza per la formazione futura e invito a continuare assieme la ricerca e la costruzione di percorsi per l’annuncio nella nostra realtà.
Il testo è disponibile a Gorizia in Ufficio Catechistico Diocesano presso la Curia Arcivescovile in via Arcivescovado 2, oltre che alla Libreria San Paolo in via Oberdan, nel medesimo capoluogo isontino.
Una fede da trasmettere?
Avvincente intervento del prof. Pietro Biasiol
Con una acuta analisi del punto interrogativo del titolo, il prof. Pietro Biasiol ha aperto il suo intervento per i partecipanti all’Incontro diocesano dei catechisti di Gorizia nella bella Chiesa di San Crisogono in Città Giardino del centro lagunare.
Sospeso tra i due estremi del fondamentalismo (“la fede non ha bisogno di confrontarsi con nulla”) e del concordismo (“della fede vale solo ciò che si adatta al tempo presente”), ogni trasmettere la fede da una generazione all’altra deve articolarsi secondo un sistema circolare e tenere conto da un lato le provocazioni della realtà, per poter poi andare alle radici della fede stessa, al fine di riproporre una testimonianza parlante e provocante a sua volta la realtà contemporanea.
Ma quali sono i momenti di cui tener conto all’interno del processo di trasmissione del Vangelo?
Il primo momento evidenziato dal relatore è la prossimità. Come Dio è affidabile ed è capace di liberare l’uomo dal suo male, così noi adulti siamo chiamati a porre la dedizione incondizionata come primo atteggiamento nei confronti dei più piccoli. È il “farsi servi” incarnato dal Signore stesso, la regola aurea che dapprima ci fa fare all’altro ciò che vorremmo fosse fatto poi a noi stessi. Questo mostrerà come Dio stesso si è posto al servizio dell’uomo e susciterà nei più piccoli il desiderio di rispondere con fiducia a questo primo dono intravisto.
Solo a questo punto si inserisce l’obbedienza della fede}, che diventa anche compimento del dono di Dio nell’osservanza del comandamento. È la pertinenza cristiana nel processo di trasmissione, che attiene alla fede intesa alfine come un riconoscere che vale la pena di vivere soltanto se Dio c’è.
Probabilmente qui si inserisce un primo grave ostacolo nel processo di trasmissione, in questo la coscienza dei più piccoli (ma soltanto la loro?) è invasa da un mare debordante di pubblicità capace di prendere ormai il posto dell’etica. È toccata la capacità stessa di desiderare l’Infinito, capacità che ci rende uomini, sostituita nel suo oggetto da frammenti parziali di cose, e addirittura di rapporti ma frammentati. Prevale infatti la caducità come categoria dominante nelle relazioni umane, spezzando così la circolarità tra affetti e legami. Si vivono infatti degli affetti senza legami, diventando in questo modo caduchi; e si vorrebbero dei legami senza affetti, trasformati allora in semplici contratti a tempo. Questo universo occupa e invade la coscienza delle giovani generazioni, quasi costringendole a desiderare il frammento, mentre il cuore è fatto per l’Infinito, che viene messo così su uno sfondo non più significante.
Una terza condizione nella trasmissione del Vangelo è la {competenza culturale} dell’educatore cristiano. Emergono infatti delle domande nei catechizzandi che devono trovare risposte adeguate, possibilmente con parole proprie dell’educatore; cultura infatti è intesa anche come dare parole all’esperienza che si sta vivendo. Se non avviene questa pronta restituzione di significati, è probabile che avvenga una perdita di credibilità del catechista e un allontanamento del giovane soggetto in crescita.
Non solo difficoltà, quindi, messe in luce dal prof. Biasiol, ma suggestioni e indicazioni di direzione. L’ultimo suggerimento è stato di tenere maggiormente conto dell’arte e dei suoi linguaggi, che hanno la capacità di lasciar trasparire l’Infinito.