Convegno catechisti 2005: “Questa è la nostra fede”
Finalmente un Convegno… (15/09/2005)
Finalmente un Convegno e non dei semplici incontri diocesani, verrebbe da dire. Cioè finalmente un convenire dei diversi catechisti dalle varie comunità dell’Arcidiocesi, con un tema preciso, preparato da lungo tempo, per il quale agli stessi partecipanti è richiesta una preparazione adeguata.
Crediamo che i catechisti riceveranno molto nel parteciparvi, tra materiale di riflessione e soprattutto nuove prospettive dalle quali guardare la propria attività di comunicazione del Vangelo.
Ma molto sarà quello che ad essi sarà richiesto e che dovranno apportare al cammino comune: tra gruppi di approfondimento e laboratori il panorama delle tematiche scelte ruota a quasi 360 gradi.
Dopo la Settimana di Formazione tenutasi a Romans d’Isonzo con don Tonino Lasconi e appena iniziato il loro percorso annuale di servizio, i catechisti sono chiamati a rileggere il loro compito nella prospettiva del Primo Annuncio del Vangelo.
Ma che cos’è il primo annuncio e in che cosa si distingue dalla catechesi ordinaria? Come è possibile declinarlo nelle diverse situazioni (attraverso i media, nella scuola, nella formazione stessa dei catechisti)? E con i diversi destinatari: i genitori, i fanciulli, i giovani? Queste le tematiche che verranno trattate attraverso le relazioni, la testimonianza e i gruppi di approfondimento.
Il Convegno intende collocarsi ad un livello di riflessione e di indicazione di prospettive pastorali e non offrirà certamente spunti immediatamente spendibili negli incontri con i ragazzi in parrocchia. Suggerirà degli atteggiamenti, delle attenzioni, delle sensibilità oggi indispensabili anche nelle nostre parrocchie le più piccole o tradizionali. Nessuno se ne abbia a male per questa scelta; sarebbe invece auspicabile che vengano più decisamente promossi a livello decanale degli incontri – laboratori tra catechisti di diverse parrocchie per aiutarsi concretamente nella conduzione dei vari percorsi di catechesi.
È stata aperta una importante finestra di collaborazione con gli Insegnanti di Religione, molti dei quali appena inseriti felicemente in ruolo, dopo anni di attesa. Speriamo che la loro numerosa qualificata presenza possa offrire un valore aggiunto al Convegno Diocesano.
La Commissione Diocesana per la Catechesi ha lavorato durante l’estate per preparare l’impianto del Convegno e questo sarà una ottima carta di presentazione di questo ulteriore strumento di servizio diocesano. Un ringraziamento pubblico per la generosità e concretezza dei suoi membri, oltre che un grazie ai presbiteri e catechisti che sin d’ora intenderanno valorizzare questo importante appuntamento ecclesiale.
don Sinuhe Marotta, Direttore Ufficio Catechistico Diocesano
Contenuti del Convegno (15/07/2005)
Relazione biblico teologica
«Il primo annuncio nel Nuovo Testamento e nella Tradizione della Chiesa»
Relazione catechetica
«L’esigenza di un «primo annuncio» nella situazione socioreligiosa della Chiesa italiana»
Esperienza
«Primo annuncio e pastorale nell’esperienza di una piccola parrocchia friulana»
Gruppi di approfondimento
Si propongono di allargare e focalizzare l’attenzione dei partecipanti su aspetti più concreti in relazione con l’attitudine evangelizzatrice che dovrà essere propria dei catechisti. Hanno l’obiettivo di arricchire i partecipanti su tematiche specifiche grazie alla lettura di testi scelti e all’apporto dell’esperienza di ciascuno.
– Quale formazione per dei catechisti capaci di P.A.?
Animatore: don Sinuhe Marotta
Partecipazione: su invito (teologi, parroci organizzatori di corsi per catechisti, ecc.) e su iscrizione
Contenuti. Le richieste della Chiesa a proposito della formazione dei catechisti sono varie e articolate. Tra le dimensioni dell’essere, del sapere e del saper fare che vanno alimentate; gli aspetti di maturità umana, cristiana ed apostolica dei catechisti; la formazione biblico teologica, pedagogica e delle scienze umane il panorama si fa estremamente complesso.
“Si tratta, innanzi tutto, di formare catechisti per le necessità evangelizzatrici di questo momento storico, con i suoi valori, le sue sfide e le sue ombre. Per far fronte a questo compito sono necessari catechisti dotati di una profonda fede, una chiara identità cristiana ed ecclesiale e una profonda sensibilità sociale” (DGC 237).
In questo gruppo si cercherà di mettere a fuoco – per la diocesi di Gorizia – queste parole, provando ad immaginare l’impostazione di un semplice sistema formativo adeguato alle esigenze dei nostri catechisti.
– P.A., personal media e mass media
Animatore: don Paolo Nutarelli
Partecipazione: su iscrizione
Contenuti. I nostri Vescovi ci ricordano che una “opportunità” è costituita dalla diffusione, sempre più rapida e pervasiva, degli strumenti della comunicazione sociale: i {mass-media} sono ovunque attorno a noi e non possiamo più farne a meno. Opportunità e rischi della nuova cultura mediale non vanno minimizzati: «possono favorire un nuovo umanesimo o generare una drammatica alienazione dell’uomo da sè e dagli altri». Due sembrano gli aspetti da considerare.
Il primo aspetto prende origine dal fatto che, consapevoli che «l’evangelizzazione stessa della cultura moderna dipende in gran parte dall’influsso» dei media, occorre domandarsi come deve essere rimodellato l’annuncio del Vangelo e come avviare un dialogo con i mezzi di comunicazione sociale, in quanto la nuova cultura mediale esercita un’influenza sempre più diretta sulle persone e sulle loro relazioni.
Una catechesi o un primo annuncio sempre assenti dai media possono essere ancora efficaci?
Il secondo aspetto concerne “una più ampia valorizzazione dei media secondo la loro specifica qualità comunicativa, sapendo ben equilibrare il linguaggio dell’immagine con quello della parola; la salvaguardia del senso religioso genuino nelle forme espressive prescelte; la promozione della maturità critica dei recettori e lo stimolo all’approfondimento personale di quanto recepito dai media; la produzione di sussidi catechistici massmediali congrui allo scopo”.
L’annuncio passa attraverso la relazione interpersonale o anche attraverso l’aiuto dei media? Quali le opportunità per i catechisti della diocesi di Gorizia?
– P.A. e catechesi con i fanciulli
Animatore: prof.ssa Mafalda Orsettig
Partecipazione: su iscrizione
Contenuti. Oggi ci troviamo di fronte a “fanciulli ed ai giovani, sempre più numerosi, i quali, nati e educati in un focolare non cristiano o, almeno, non praticante, sono desiderosi di conoscere la fede cristiana”. Parlare di primo annuncio con essi significa da un lato calibrare i contenuti catechistici “affinché possano crescere nella fede e viverne progressivamente, malgrado la mancanza di sostegno e, forse anche, malgrado l’opposizione che incontrano nel loro ambiente”.
Dall’altro bisognerà che questa frequente distanza dal mondo religioso sia tenuta in conto attraverso la scelta di forme comunicative adeguate, che comportino un adeguato rispetto della libertà dei fanciulli, proporzionatamente alla loro età.
Quali le indicazioni per i catechisti della diocesi di Gorizia, a proposito della scelta dei contenuti e degli atteggiamenti da mettere in atto, per un primo annuncio del Vangelo?
– P.A. e catechesi con gli adolescenti
Animatore: Stefano Fontana
Partecipazione: su iscrizione
Contenuti. “In termini generali va osservato che la crisi spirituale e culturale, che attanaglia il mondo, ha le sue prime vittime nelle giovani generazioni. Come è anche vero che l’impegno per una società migliore trova in esse le migliori speranze. Ciò deve stimolare ancora di più la Chiesa a realizzare coraggiosamente e creativamente l’annuncio del Vangelo al mondo giovanile”.
Per la catechesi è utile distinguere nell’età giovanile preadolescenza, adolescenza e giovinezza, avvalendosi opportunamente dei risultati della ricerca scientifica e delle condizioni di vita… Nelle regioni di cosiddetto sviluppo avanzato, è particolarmente sentita la questione della pre-adolescenza: non si tiene conto abbastanza delle difficoltà, dei bisogni e delle risorse umane e spirituali dei preadolescenti, tanto da poter parlare nei loro confronti di età negata”.
Quali attenzioni bisogna riservare per la diocesi di Gorizia nella catechesi ai preadolescenti, specialmente per la preparazione alla Confermazione, che danno spesso l’impressione di presentarsi come «abitanti di un nuovo continente da evangelizzare»?
– P.A. e genitori accompagnatori dei figli verso i sacramenti
Animatore: prof.sa Gabriella Valenti
Partecipazione: su iscrizione
Contenuti. “L’iniziazione cristiana dei fanciulli interpella la responsabilità originaria della famiglia nella trasmissione della fede. Il coinvolgimento della famiglia comincia prima dell’età scolare, e la parrocchia deve offrire ai genitori gli elementi essenziali che li aiutino a fornire ai figli l'”alfabeto” cristiano.
Si dovrà perciò chiedere ai genitori di partecipare a un appropriato cammino di formazione, parallelo a quello dei figli. Inoltre li si aiuterà nel compito educativo coinvolgendo tutta la comunità, specialmente i catechisti, e con il contributo di altri soggetti ecclesiali, come associazioni e movimenti.
Le parrocchie oggi dedicano per lo più attenzione ai fanciulli: devono passare a una cura più diretta delle famiglie, per sostenerne la missione”.
Queste parole dei vescovi italiani sono molto chiare. Nell’arcidiocesi di Gorizia quali possono essere degli itinerari appropriati e collaudati con i genitori?
Quali attenzioni, quali ministeri vanno resi disponibili in un accompagnamento dei genitori che spesso diventa la riproposizione di un primo annuncio del Vangelo?
– P.A. nella scuola?
Animatore: prof.sa Francesca Brusin
Partecipazione: IdR e catechisti
Contenuti. “La Pastorale dell’educazione nella Chiesa particolare deve stabilire il necessario coordinamento tra i differenti «luoghi» in cui si svolge l’educazione alla fede… Poiché la medesima e unica persona del bambino o del giovane che riceve queste diverse azioni educative, è importante che i differenti influssi abbiano la stessa ispirazione di fondo”.
“A fianco della famiglia ed in collegamento con essa, la scuola offre alla catechesi possibilità non trascurabili… Io penso, altresì, alla scuola non confessionale ed alla scuola pubblica… Esprimo il vivissimo auspicio… sia possibile a tutti gli alunni cattolici di progredire nella loro formazione spirituale col contributo di un insegnamento religioso che dipende dalla chiesa, ma che, a seconda dei paesi, può essere offerto dalla scuola, o nel quadro della scuola, o ancora nel quadro di un’intesa con i pubblici poteri” (Giovanni Paolo II).
Con l’immissione in ruolo di una quota consistente di IdR, l’insegnamento e l’insegnante di religione diventano di più e meglio quello che dovevano e devono essere secondo lo spirito e la lettera dell’Accordo di revisione del Concordato (1984). Benché l’IdR si configura in maniera molto più chiara come insegnamento scolastico-disciplinare-curriculare “nel quadro delle finalità della scuola”, con una sua titolarità e specificità l’IRC attraverso la sua professione diventa testimone nella scuola.
Come approfondire l’identità dell’insegnante tenendo conto della sua duplice natura di battezzato invitato da una Chiesa e di professionista dipendente da un’istituzione pubblica laica? Quali le opportunità per l’annuncio ai giovani in questa veste, ma che sia rispettoso dello statuto della scuola e della disciplina?
Laboratorio
Dialogo tra IRC e catechesi parrocchiale: obiettivi e contenuti comuni e specifici.
Il laboratorio mirerà a produrre un piano di lavoro tra catechisti interessati e insegnanti di religione al fine di portare a conoscenza gli uni e gli altri degli obiettivi e dei contenuti tipici delle due attività, catechesi e IRC, che però hanno gli stessi detinatari, i fanciulli e i ragazzi.
Obiettivi e struttura (04/08/2005)
Il Convegno Catechisti 2005 intende raccogliere i catechisti della diocesi attorno ad una tematica centrale per quanto riguarda la catechesi nel nostro territorio e trasversale rispetto ai diversi ambiti di impegno della catechesi e relativo all’esperienza del primo annuncio in parrocchia.
Oltre all’aggiornamento rispetto agli orientamenti attuali della Chiesa italiana, vorremmo provocare altresì i catechisti ad un atteggiamento di speranza, grazie anche alla proposta di alcune semplici esperienze significative di primo annuncio in parrocchia.
La struttura comprende delle relazioni, dei gruppi di approfondimento, dei laboratori attraverso i quali individuare degli atteggiamenti spendibili dalle comunità e dai catechisti nell’esercizio del loro ministero.
Un capitolo particolare verrà dedicato alla collaborazione tra catechisti e insegnanti di religione.
Destinatari:
– catechisti parrocchiali
– presbiteri e diaconi
– insegnanti di religione
– animatori, educatori
Superata quota 100 iscritti (14/10/2005)
Benché le iscrizioni siano pervenute oltre il termine suggerito dagli organizzatori, i catechisti dell’Arcidiocesi di Gorizia si presentano numerosi al Convegno per loro preparato. Sono 117 gli iscritti sinora; inoltre, molte parrocchie hanno annunciato verbalmente la loro presenza.
Alcuni aggiustamenti alla struttura hanno dovuto essere effettuati per problemi tecnici, ma la struttura generale del Convegno resta quella annunciata. Grande attesa soprattutto per i Gruppi di approfondimento: hanno “spopolato” il 3 e 4, dedicati all’annuncio con i fanciulli e gli adolescenti. Ricordiamo che i gruppi rappresentano dei “quasi seminari”, dove l’apporto di ciascuno sarà determinante.
Ricco il materiale in cartella per i convegnisti: 2 documenti ecclesiali e una serie di pieghevoli illustrativi di diverse iniziative formative.
L’arcivescovo mons. Dino De Antoni ha annunciato la sua presenza per la conclusione della giornata.
Gli interventi al Convegno Catechisti (18/10/2005)
Ecco le registrazioni degli interventi in formato mp3.
Gruppi di approfondimento
Gruppo 1. Quale formazione per dei catechisti capaci di primo annuncio?
Relazione finale gruppo 4: Primo Annuncio e adolescenti
Dal confronto tra i catechisti che sono chiamati a preparare i ragazzi per ricevere il sacramento della Confermazione è emersa l’esigenza di dover dare loro il Primo Annuncio, o per meglio dire un “nuovo” Primo Annuncio.
Nel cammino di catechesi si sottolinea l’importanza di partire dall’ascolto dei ragazzi:
– ascolto del loro bisogno di relazione tra coetanei e con gli adulti;
– ascolto del loro desiderio di essere valorizzati per ciò che sanno fare e vogliono fare;
– ascolto della loro domanda di Dio.
Per poter fare questo i catechisti della nostra diocesi ritengono di dover acquisire un nuovo linguaggio, con cui entrare in relazione con i ragazzi , per poter presentare in modo più efficace la proposta di Cristo, e nuovi metodi di comunicazione e trasmissione della fede.
È per questo motivo che la formazione dei catechisti è una questione prioritaria:
– una formazione che deve essere personale del catechista;
– una formazione fatta di confronto con catechisti di realtà diverse dalle proprie per potersi scambiare esperienze e metodi di lavoro;
– formazione con esperti che possano dare nuovi spunti, conoscenze e approfondimenti sulle tematiche da affrontare con i ragazzi
– formazione intesa come apertura al territorio, per poter incontrare quelle realtà che lavorano con i nostri stessi ragazzi , in particolar modo con la scuola.
A conclusione dell’incontro sono emerse due domande:
1) Come mai in una diocesi piccola coma la nostra c’è una così forte differenza sull’età in cui i ragazzi ricevono il sacramento della Confermazione? Infatti si parte dai 12-13 anni di molte parrocchie e si arriva ai 17 di altre.
2) Il percorso di catechesi deve essere sempre legato al Sacramento? Non è ipotizzabile un cammino di catechesi in cui sia il ragazzo a decidere quando ricevere il sacramento della Confermazione, in accordo con il proprio catechista, il parroco e la famiglia?
Relazione finale gruppo 5: Primo Annuncio e genitori
Gli interrogativi principali della discussione di gruppo
1. Nell’arcidiocesi di Gorizia quali possono essere degli itinerari appropriati e collaudati con i genitori?
2. Quali attenzioni e quali ministeri vanno resi disponibili in un accompagnamento dei genitori che spesso diventa la riproposizione di un primo annuncio del Vangelo?
1. La nostra realtà
Durante le presentazioni dei partecipanti è emerso che nella maggioranza dei casi si svolgono incontri con/per i genitori di tipo organizzativo (cfr. aspetti tecnici cerimonia prima comunione) e tradizionale (un paio di incontri affidati al sacerdote).
Ma oltre ad essi ci sono nella nostra diocesi TENTATIVI DI INNOVAZIONE (pochi ma ci sono!) che rispondono essenzialmente agli obiettivi di andare oltre
– all’episodicità con la creazione di percorsi (paralleli o meno a quelli dei figli)
– ad una comunicazione autoritaria con la valorizzazione delle “risorse” degli adulti (non l’esperto che dall’alto spiega e insegna che cosa si deve fare).
2. Le attenzioni da avere
Al gruppo è sembrato importante porre attenzione:
– alle relazioni interpersonali per realizzare davvero un clima di ascolto. Risultano perciò importanti anche i momenti d’incontro meno formali e più quotidiani (andrebbero valorizzati maggiormente, ad esempio, il prima e il dopo l’incontro di catechesi dei bambini quando i genitori sono presenti in qualità di accompagnatori dei figli per iniziare a creare una rete di rapporti).
– ad un coinvolgimento attivo dei genitori nei percorsi propri e dei figli. Ci sono piccole esperienze di “genitori collaboratori” dei catechisti dei figli (figura intermedia su cui riflettere non solo a fini pratici ma anche come possibilità di “inizio di un dialogo” con gli adulti).
– ad una proposta formativa che tenga conto della storia (anche di crisi e di sofferenza) e dei tempi dei genitori. Ciò significa, ad esempio, realizzare attività in momenti e orari concordati con il gruppo dei genitori.
– ai diversi tipi di adulto e quindi è impensabile che un’unica proposta veda bene per tutti i genitori (pur nella consapevolezza che già la realizzazione di una sola attività è spesso faticosa per chi la propone).
– alle famiglie da poco formate (cfr. catechesi per il Battesimo) per iniziare un dialogo con i giovani-adulti.
– all’importanza della figura dell’animatore che diventa essenziale nell’affiancare i sacerdoti e gli esperti, per vivere esperienze di condivisione adulti tra adulti, genitori tra genitori.
3. Una richiesta
Nel gruppo è emersa l’importanza di porre maggior attenzione al disagio delle famiglie in crisi e non regolari perché talvolta si sentono giudicate e tale pre-giudizio alimenta l’allontanamento dalla realtà ecclesiale.
Gabriella Valenti
Pronti ad annunciare il Vangelo (19/10/2005)
Si è svolto con soddisfazione degli oltre 150 partecipanti il Convegno Diocesano 2005 dei Catechisti dell’Arcidiocesi di Gorizia. Sabato 15 ottobre l’Auditorium “Fogar” è stato occupato da presbiteri, catechisti, insegnanti di religione che hanno seguito i lavori con attenzione per molte ore, dalle 15.00 alle 20.30.
L’intervento denso e articolato del biblista don Santi Grasso ha condotto i presenti a riascoltare il primo annuncio ({kerigma}) nel Nuovo Testamento con un percorso che dai Vangeli è arrivato alle lettere paoline passando per gli Atti degli Apostoli, suggerendo un atteggiamento di attenzione alla cultura contemporanea utile ancor oggi.
Il diacono Renato Zof ha vivacemente presentato l’esperienza di una piccola parrocchia del Friuli, mostrando come il desiderio di annunciare il Vangelo si fa ascolto attento e accoglienza delle persone che la comunità cristiana incontra nel suo percorso.
Il direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Gorizia, don Sinuhe Marotta, ha ricordato alcuni atteggiamenti suggeriti dai Vescovi italiani alle nostre parrocchie: ascolto delicato, annuncio di Cristo morto e risorto e accompagnamento nella vita di fede non solo degli adulti o giovani che chiedono il Battesimo, ma dei genitori che chiedono i sacramenti per i loro figli, dei fidanzati che si avvicinano al matrimonio e così via per le diverse categorie di persone incontrate.
La parte più vivace dell’incontro dei comunicatori della fede cristiana sono stati i gruppi di approfondimento, raccolti attorno alla problematica dell’annuncio a ai fanciulli, adolescenti, genitori e al rapporto tra insegnamento scolastico della religione e catechesi.
Non servono cristiani eccezionali ma credenti seri (26/10/2005)
L’Arcivescovo di Gorizia mons. Dino De Antoni nel suo saluto ai catechisti ha ricordato che, tra le condizioni per l’annuncio, la cura della propria fede e la vita cristiana delle comunità rappresentano degli elementi irrinunciabili. “Il Cristo, prima che spiegato, va vissuto nei rapporti tra i cristiani, all’interno della propria comunità. La gioia di essere cristiani”, ha continuato mons. De Antoni, “si comunica da persona a persona, da esperienza a esperienza”. Infatti, l’attività di comunicazione della fede più che un “insegnare qualche cosa” assomiglia ad un “introdurre qualcuno nella relazione con Cristo”.
Ha quindi lanciato ai presenti l’invito ad essere non tanto cristiani eccezionali quanto invece “credenti seri”. L’Arcivescovo ha affidato ai catechisti anche una domanda che egli frequentemente rivolge ai fedeli nel corso della visita pastorale: “Che cosa ha cambiato nella mia vita l’incontro con Gesù Cristo”.
E nell’anno dedicato alla testimonianza di Cristo risorto speranza del mondo, il Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano ha suggerito ai catechisti l’apertura di un blog su questo tema nel sito dell’Ufficio Catechistico.
Catechisti motivati e coscienti (26/10/2005)
Una animatrice dei gruppi
Catechisti motivati e coscienti dell’importanza del loro ruolo, disposti più che mai a mettersi in gioco per affrontare con sempre maggiore consapevolezza i compiti primari dell’azione catechistica e rendere attraente la proposta evangelica, tenendo conto delle caratteristiche dei destinatari.
Nell’ambito del Convegno diocesano, in qualità di animatrice del 3° gruppo di approfondimento “Primo annuncio e catechesi con i fanciulli” ho raccolto alcune riflessioni dei trentacinque catechisti appartenenti alle diverse parrocchie della diocesi, che hanno manifestato, in primis, il desiderio di incontri più frequenti indispensabili per crescere, confrontarsi, condividere.
Sono seguiti momenti intensi di scambio di idee, di opinioni, di esperienze, nella consapevolezza della necessità di far divenire la catechesi il luogo di incontro fra la Parola e l’esperienza: una catechesi che faccia della dimensione esperienziale una sua costante.
Le metodologie di conduzione dell’incontro catechistico si rivelano spesso inadeguate, segnate dalla ripetitività, dalla inadeguatezza di mezzi, da una proposta che sembra un’ulteriore lezione e punta quasi esclusivamente all’apprendimento intellettivo e razionale.
In definitiva: sembra che l’attuale catechesi continui a essere più simile a un’ulteriore ora di scuola che all’esperienza di un gruppo di persone che si riuniscono per incontrare la Parola di Dio e per imparare a camminare insieme secondo il progetto cristiano.
Alla luce di queste considerazioni, i partecipanti condividono l’idea di un ripensamento dell’itinerario catechistico che esprima soprattutto la voglia e il tentativo di impostare diversamente l’attuale catechesi, dandole un po’ di freschezza. Certo, è sempre il Signore che cambia i cuori delle persone!
Ma, probabilmente, si può tentare di migliorare anche lo stile con il quale offriamo la buona novella.
Mafalda Orsettig
Catechisti capaci di annunciare il Vangelo (26/10/2005)
Le considerazioni del Direttore dell’UCD
Il Convegno è stato preparato durante i mesi estivi dalla neocostituita Commissione diocesana per la Catechesi ed è stato il suo primo atto pubblico, per così dire. Religiosi e laici, presbiteri e formatori hanno lavorato insieme per offrire ai catechisti della diocesi un momento di reale arricchimento e confronto. E questo potrebbe essere già un primo punto a favore dell’evento diocesano appena celebrato.
Un secondo dato che è stato registrato da tutti gli animatori dei diversi gruppi di lavoro è stato l’entusiasmo, la voglia di intervenire e la disponibilità a mettersi in gioco da parte dei catechisti convenuti. Questo è altro rispetto alla sfiducia, al disorientamento, alla chiusura rassegnata in se stessi. Abbiamo davvero avuto la sensazione che i catechisti da un lato percepiscono in maniera molto seria la difficoltà della situazione diocesana nella comunicazione del Vangelo, ma nel contempo mostrano l’ardire e l’ardore nel cercare nuove strade, parole nuove e metodi adeguati per raccontare di Cristo nel mondo che cambia.
Il grande desiderio di conoscere sperimentazioni, iniziative fattibili anche nella propria comunità parrocchiale, nuove sussidiazioni dicono che nonostante le fatiche c’è voglia di spendersi e nelle nostro comunità ci sono tutti gli elementi per crescere ancora nella faticosa e splendida opera di annuncio del Vangelo.
Certo, la domanda prevalente nei catechisti sembra restare la necessità di un supporto quotidiano e immediatamente spendibile per l’impostazione dei percorsi e per la conduzione degli incontri di catechesi, specialmente con le fasce “a rischio” quali i preadolescenti e gli adolescenti. A questa richiesta dovrebbero rispondere però innanzitutto le parrocchie e i decanati, magari destinando un presbitero o un catechista “anziano” al coordinamento degli altri catechisti e al supporto nella preparazione di detti percorsi e incontri.
A livello diocesano c’è comunque la ferma intenzione di continuare il Convegno in forma laboratoriale, prendendo in esame le “parole d’ordine” lanciateci dai nostri vescovi e trasformandole in segmenti di percorsi spendibili in parrocchia, tenendo conto delle diverse fasce d’età e delle specificità della nostra Chiesa locale.
Un ulteriore elemento di interesse del Convegno è stata la presenza degli Insegnanti di Religione e della Direttrice dell’Ufficio Scuola della diocesi, dott.ssa Laura Peresani, che vanno ringraziati per la squisita disponibilitè alla collaborazione. Le risorse di questi componenti della nostra Chiesa si sono subito rivelate utili nello svolgimento del Convegno stesso, ma potranno – e dovranno – diventare una risorsa irrinunciabile per la catechesi parrocchiale. Pensiamo soprattutto alle competenze didattiche di questa straordinaria forza ecclesiale, competenze che invece i catechisti parrocchiali denunciano carenti nella propria formazione. Questa commistione potrè portare dei frutti straordinari per la produzione di materiale catechistico locale, in particolar modo grazie agli insegnanti che rivestono anche il duplice ruolo di catechisti parrocchiali.
don Sinuhe Marotta
Testimonianza di Anna Maria: un nuovo incontro
Accolgo l’invito fatto nel corso dell’ultimo Convegno Catechistico Diocesano (giugno 2005) e racconto come l’incontro con Cristo ha cambiato la mia vita.
Più che incontro vorrei parlare di nuovo incontro.
Ho sempre vissuto in una famiglia cristiana, praticante e ho frequentato la scuola Cattolica, dalle elementari alle superiori. Quindi il mio incontro con Cristo è avvenuto fin dalla… nascita.
Poi l’allontanamento, l’aridità di cuore, il disinteresse per gli altri, l’egoismo.
Il mio nuovo incontro con Cristo è avvenuto tramite una persona che non vedevo da tanto tempo: una suora che qualche anno prima non avevo trattato molto bene, ma lei aveva dimenticato tutto. Solo in quel momento capivo quanto era grande il suo affetto per me e che lei aveva quel “qualcosa in più” che io avevo perduto.
Mai avrei immaginato che proprio tramite quella persona sarebbe cambiata la mia vita. Il Signore ha le sue vie e adopera ogni mezzo per farci arrivare a Lui.
Il cambiamento è avvenuto molto lentamente perché sono “sciocca e tarda di cuore”, ma è stato radicale.
Il mio carattere si è addolcito, lo scontro che prima avevo con il prossimo è diventato un incontro e affronto i problemi e i dolori della vita serenamente perché so che ho vicino Colui che è gioia piena.
Certo il cammino è ancora lungo e non facile, ma ripeto sempre con il salmista: “Se dovessi camminare in una valle oscura non temerei alcun male perché Tu sei con me”.
Anna Maria