Avvento 2020 – E tu Betlemme, casa del pane
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Libretto Avvento 2020 – E tu Betlemme, casa del pane
Advent v bratstvu 2020 – In ti, Betlehem, Hiša kruha
L’attuale città di Betlemme si trova a circa 10 km da Gerusalemme sui monti della Giudea, a 860 metri sul livello del mare. In ebraico il nome Beth-Lehem significa Casa del pane, mentre in arabo Beit Lahm significa Casa della carne.
In passato la città era chiamata anche Efrata, cioè la fertile o fruttifera o ricca di frutti, per i terreni fertili dei dintorni. In una profezia, ripresa dagli evangelisti Matteo e Luca, il profeta Michea dice: «E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti» (5,1).
Dopo i vangeli, la più antica citazione sul luogo di nascita di Gesù è di san Giustino (II secolo): «Al momento della nascita del bambino a Betlemme, poiché non aveva dove soggiornare in quel villaggio, Giuseppe si fermò in una grotta prossima all’abitato e, mentre si trovavano là, Maria partorì il Cristo e lo depose in una mangiatoia, dove i Magi, venuti dall’Arabia lo trovarono». Dalla citazione emerge l’accenno posto sulla mangiatoia, che rende la grotta simile a una stalla, immagine ripresa da Origene (II-III secolo) nel Contra Celsum: «Si mostra a Betlemme la grotta nella quale Gesù è nato, e, nella grotta, la mangiatoia dove fu avvolto in fasce».
Bet, casa in ebraico, è la seconda lettera dell’alfabeto ( ב) .La sua forma e la sua funzione si usano per simboleggiare l’accoglienza, la femminilità e la fecondità. Diventa, così, metafora di Maria, dove, il Dio senza casa trova casa. Maria accoglie nel suo corpo, nel suo cuore e nella sua casa il Dio bambino.
La casa è il luogo delle confidenze e dell’affetto, dell’amore e della prova, dell’incontro e dello scontro, della fede e della preghiera, della fecondità e del pane.
A Betlemme Maria depone in una mangiatoia, luogo usato per contenere il cibo, il bambino Gesù, cioè «il pane vivo disceso dal cielo» (Gv 6,51), colui che viene a sfamare il bisogno d’amore del suo popolo, di ciascuno di noi.
A noi il compito di trasformare il nostro cuore, di essere casa per accogliere il Dio bambino, perché nutriti da lui, possiamo diventare pane buono per i nostri fratelli.
Il sussidio invita le famiglie a far posto a Dio, a rendere ogni casa una piccola Betlemme. Il percorso accompagna alla preghiera quotidiana le famiglie attraverso un brano biblico, una breve meditazione, un salmo e un impegno. Nelle domeniche è proposto il brano del vangelo, una figura tipica dell’Avvento, che ci permette di riscoprire il senso della celebrazione eucaristica e i suoi diversi elementi; ad essi si aggiungono un simbolo, una preghiera e un impegno.
fra Luigi Bertié, direttore dell’Ufficio Catechistico