15/01/2011 – Laboratorio su catechesi e festa

«È qui la festa?» Una catechesi festosa per educare alla “lieta notizia”

In una società come quella postmoderna, in cui il “gioco” e la festa sembrano diventati paradigma di vita dei giovani e anche degli stessi adulti, la nostra catechesi non sembra forse troppo “seriosa” e incapace di suscitare la gioia in chi la frequenta?

È vero che i cristiani si troverebbero a loro agio soltanto nei periodi penitenziali e nel doversi “sacrificare per gli altri”, mentre sarebbero fuori gioco nel momento della festa?

Come ridonare smalto e vivacità alle nostre catechesi, perché siano in linea con lo spirito della “lieta notizia” per antonomasia che è il Vangelo?

Il laboratorio su “catechesi e festa” intende aiutare i catechisti a riflettere e apprendere praticamente proprio su questo ambito difficile ma tanto necessario alla crescita del Regno di Dio nella nostra Chiesa e nella nostra società.

Un laboratorio sulla festa

Con questa seconda proposta, intendiamo continuare la riflessione abbozzata nel Convegno Catechisti dello scorso giugno affrontando aspetti pratici della catechesi e del ruolo della festa.

Tre saranno le finalità perseguite nel pomeriggio di lavoro assieme:
riprendere i contenuti del Convegno 2010 sul tema della festa
– fare l’esperienza di una semplice festa
– offrire spunti metodologici per utilizzare il linguaggio della festa nella formazione cristiana

Guiderà il laboratorio il prof. Albino PAVLIC, psicologo, educatore, esperto regista e animatore teatrale che già abbiamo conosciuto all’ultimo Convegno diocesano. Verranno proposte alcune simpatiche e coinvolgenti attività pratiche, che offriranno idee e prospettive nuove ai partecipanti. Saranno anche trattati più in profondità alcuni aspetti biblico teologici e pedagogici sul ruolo della festa e del linguaggio festivo all’interno della formazione cristiana.

Struttura del laboratorio

Data e luogo: 15 gennaio 2011, Farra d’Isonzo

Destinatari: Catechisti, insegnanti di religione, diaconi, presbiteri

Struttura
– ore 14.45 accoglienza partecipanti
– ore 15.00 Prima attività… “festosa”
– ore 15.30 Riflessione: gli ingredienti della festa
– ore 15.45 Intervento: dott. Albino PAVLIC
– ore 16.45 pausa caffè
– ore 17.10 La festa cristiana: elementi. Del buon uso della festa in catechesi. Dott. Albino PAVLIC
– ore 1745 “Mercatino delle idee”
– ore 18.30 Conclusioni del laboratorio e congedo

Quota di partecipazione
: € 5,00

Data la natura del laboratorio, è indispensabile iscriversi entro le ore 12.30 di giovedì 13 gennaio e verranno accolti un massimo di 30 iscritti, preferibilmente di parrocchie diverse.

Il caffè è offerto dagli organizzatori. È prevista la condivisione di qualche dolce fatto in casa tra i partecipanti (ogni parrocchia si può organizzare).

Scarica il volantino

Il laboratorio su “catechesi e festa”

Laboratorio Catechesi e festa

Ecco le foto.

Numerosi sono stati i contenuti comunicati in maniera simpatica durante il Laboratorio su “Catechesi e festa”, tenutosi a Farra d’Isonzo sabato 15 gennaio 2011. I diversi temi si sono allineati su più livelli: da un lato è stata presentata l’esperienza della festa in senso stretto, come momento di educazione, di comunicazione di messaggi, di creazione del gruppo, di facilitazione di relazioni all’interno del percorso di catechesi. D’altro lato, la “festa” stata intesa come dimensione costante della catechesi cristiana, dimensione dapprima tutta interiore del catechista, poi permeante le attività proposte: in una parola, lo stile del catechista.

Innanzitutto la sottolineatura che la festa nasce dal “concepire ogni momento della vita e giornata come momento di dialogo continuo tra Dio e l’uomo”, con occhi di catechista capaci di riconoscere il “dialogo tra Dio e coloro che incontriamo”, ha esordito il prof. Albino Pavlic. “Senza questa dimensione – ha continuato – tutto sbiadisce e diventa arido e vuoto”.

Allora la festa cristiana non risulta dall’utilizzazione di “tecniche di vendita” applicate alla catechesi, quanto piuttosto dal “desiderio di dare a tutti la gioia che viene da Dio”, secondo il metodo del “vieni e vedi”. E con una tale libertà nel cuore da consentire all’altro che riceve il mio messaggio di andarsene quando vuole: se non adesso, domani tornerà, se percepisce che siamo per lui.

“Far festa” sicuramente è un termine equivoco, riempito di altri significati dai mass media. Allora, come i profeti, ai catechisti presenti è stato chiesto di avere il coraggio di dare altri significati a questa dimensione, facendo un lungo “periodo di deserto” previo, proprio come i profeti. Fuor di metafora: disposti anche a restare soli con le proposte fatte e magari non accolte sul momento.

La festa ha a che fare con la misteriosa commistione del “giusto-buono- vero-bello”: devono infatti stare sempre insieme. Offrire la verità del Vangelo agli altri significa offrire qualche cosa anche di bello e di gioioso.

Per quanto riguarda le “istruzioni per l’uso”, il prof. Pavlic ha ribadito più volte che “una festa non si improvvisa, va preparata”; bisogna gettare l’occhio al singolo e al gruppo, bisogna stare attenti a tutti e due i livelli. Spesso abbiamo vissuto la frustrazione di essere meno bravi degli “altri” a fare “festa”, quasi rivivendo in noi la constatazione di Gesù: “I figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce”. Gesù non si è certo lasciato prendere dall’angoscia per la “non riuscita”, ma ha mantenuto vivo il dialogo con il Padre. Anche noi dobbiamo restare in contatto con il Padre, perché molti si allontanano dalla Chiesa in quanto ci vedono tristi e stanchi. Il lavoro continuo del catechista è portare l’acqua sino a noi, per darla agli altri, che percepiscono così che siamo in contatto con Dio.

Non dobbiamo pretendere che gli altri ci seguano, né incatenarli ai nostri passi. Gli altri vanno lasciati liberi, come nel Vangelo Gesù ha lasciato la piena libertà a tutti. Così non rimanderemo ad altri le nostre frustrazioni.

Per primi essere contenti noi, senza scoraggiarsi, né prima né dopo, come una madre che abbraccia il figlio appena partorito senza rinfacciargli nulla del dolore provato a causa sua.

Infine, essere come il Buon Pastore che ha lasciato le novantanove pecorelle per andare fuori dall’istituzione e cercare l’unica smarrita: la festa è davvero per tutti.

Una testimonianza

Laboratorio Catechesi e festa

Sabato 15 gennaio ho potuto partecipare, presso l’oratorio di Farra d’Isonzo, insieme ad altri venti catechisti, all’interessante proposta di formazione organizzata dall’Ufficio Catechistico, dal titolo: “È qui la festa? Una catechesi festosa per educare alla lieta notizia”.

L’incontro, guidato dal dott. Albino Pavlic, si è svolto secondo lo stile laboratoriale e voleva invitarci a riflettere sull’importanza del tema della festa e del creare un clima gioioso durante gli incontri di catechesi con i nostri ragazzi.

Questo è necessario visto che quello che dobbiamo trasmettere loro è la “lieta notizia”, il Vangelo. Il dott. Pavlic ci ha accolto in un clima festoso, in una sala addobbata con bandierine e con la musica ad alto volume, e ha animato la prima parte del pomeriggio vestito quasi da clown.

Questo comunque ci ha predisposto a metterci in gioco anche noi. Le prime attività proposte erano infatti dei giochi di gruppo e tutti i presenti, pur sorpresi, hanno partecipato volentieri, divertendosi anche. Così è emerso infatti nel secondo momento, durante il quale siamo stati invitati a dire le nostre impressioni sull’esperienza di festa appena vissuta.

Quello che ha colpito di più me è stato l’atteggiamento accogliente e spiritoso con il quale il dott. Pavlic aveva condotto il “gioco”: mi ha fatto pensare che è importante non solo usare strumenti ludici, cioè far giocare i nostri bambini, ma giocare insieme a loro.

È seguito appunto l’intervento dell’esperto su questo tema. Ci ha detto che se non ci mettiamo in gioco veramente non entreremo mai in relazione con l’altro. Per fare questo dobbiamo ritrovare il bambino che eravamo e che è in noi, rompendo senza timore ogni resistenza. Le cose, anche gli incontri di catechesi, andranno sicuramente male se dubitiamo, se partiamo scoraggiati. Per riuscire a farli andare bene e fare arrivare un messaggio ai ragazzi bisogna affrontarli con atteggiamento positivo. Mi è rimasto particolarmente impresso l’invito a non lasciarci facilmente frustrare dalle difficoltà.

Dopo la pausa-caffè c’è stato un altro momento di riflessione sul significato cristiano della festa e sull’uso della festa nella catechesi. L’atteggiamento festoso è un atteggiamento interiore che dobbiamo assumere se vogliamo trasmettere la gioia che ci dona credere in Dio, però è uno stile che non si improvvisa, richiede un cammino. Un semplice sorriso comunque manda già un messaggio importante.

A conclusione dell’incontro sono state riportate alcune esperienze fatte in Diocesi dell’utilizzo dello strumento festa. Sono stata molto contenta di aver partecipato a questo laboratorio di formazione, mi ha dato molte idee.