02/04/2016 – Pellegrinaggio Diocesano Giubilare dei Catechisti/e nell’Anno Della Misericordia

Padova - Basilica di Sant'Antonio

Il programma

Nell’Anno del Giubileo della Misericordia la Chiesa goriziana si fa pellegrina a Padova celebrando una penitenziale presso il santuario di San Leopoldo Mandic, visitando la Basilica del Santo e la Basilica di Santa Giustina, luogo che custodisce la tomba dell’Evangelista Luca.
L’Ufficio Catechistico, aderendo al pellegrinaggio, offre la possibilità di un percorso alternativo per catechiste/i. Visita alla Basilica del Santo, alla Basilica di Santa Giustina e al Battistero della Cattedrale. Quest’ultima proposta si inserisce nello sforzo di rinnovamento dell’Iniziazione Cristiana, convinti che anche i linguaggi espressivi, che fanno parte del patrimonio storico-culturale e di fede della Chiesa, rendono ancor più efficace l’annuncio e la catechesi.

Il percorso del Battistero della Cattedrale, attraverso l’incontro con gli affreschi di Giusto de’ Menabuoi aiuta a riscoprire il significato del Battesimo quale porta d’ingresso alla vita cristiana.

Al museo diocesano visiteremo la Cappella di Santa Maria degli Angeli, la quale, con i suoi affreschi incentrati sul Credo degli Apostoli ci aiuterà a riflettere sul significato della parola “credere” e di confrontare la propria fede con le verità raccolte nel Simbolo del Credo per saperle testimoniare nei luoghi della quotidianità.

Il pellegrinaggio si svolgerà nella giornata del 2 aprile.

Ritrovo alle ore 06.30 Gorizia, stazione dei treni con possibilità di parcheggio presso l’ospedale.

Il primo appuntamento sarà alle ore 10.00 presso i musei diocesani di Padova e il Battistero della Cattedrale.

Il secondo appuntamento sarà presso la Basilica del Santo alle ore 12.00 in cui p. Enzo Poiana saluterà i pellegrini a poca distanza presso la Casa del Pellegrino si potrà pranzare.

Il terzo appuntamento sarà alle ore 14.30 presso la Basilica di Santa Giustina per la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Carlo, a conclusione del nostro pellegrinaggio diocesano.

Le iscrizioni si chiudono entro il 25 febbraio o comunque a esaurimento dei 50 posti.

La quota di partecipazione (pullman + Basiliche + visita guidata al Museo Diocesano e al Battistero della Cattedrale + pranzo) è di 60,00 euro da consegnarsi presso l’Ufficio Catechistico Diocesano.

Le foto

Ecco le foto dei catechisti e della Diocesi.

Una testimonianza

Padova - 02/04/2016All’interno del pellegrinaggio diocesano svoltosi sabato 2 aprile, i Catechisti hanno potuto fare esperienza di Cristo e della sua Misericordia, assieme alla rigenerazione dello Spirito, non solo visitando il Battistero della Cattedrale di Padova, dedicato a San Giovanni Battista e risalente al secolo XI, ma anche ascoltando la nostra guida la sig.ra Sandra Zerbetto molto preparata sia artisticamente che teologicamente. Ci ha introdotto alla visita spiegandoci che gli affreschi non erano solo un’opera d’arte, ma che, per il secolo in cui erano stati commissionati da Fina Buzzaccarini, consorte di Francesco il Vecchio da Carrara, a Giusto de’ Menabuoi, erano una Bibbia, oggi diremmo “a fumetti”, per i poveri, i quali non sapevano né leggere né scrivere.

Il ciclo pittorico presuppone una lettura per i catecumeni. Questi, entrando dalla porta che dava nel vecchio chiostro della “Casa dei canonici”, si trovavano a contemplare tali affreschi, i quali si presentavano loro per una lettura che parte dall’alto e procede verso basso. Il “leit-motiv” di questa opera pittorica è la storia della salvezza, raffigurata con affreschi che partono dalla narrazione del Paradiso, proseguono con scene prese dall’Antico Testamento, continuano con altre del Nuovo Testamento. Il tutto al suo termine in un polittico collocato sopra un unico altare dove si celebrava la S. Messa. Un supporto teologico a Giusto de’ Menabuoi fu offerto da Francesco Petrarca, presente a Padova come canonico del Duomo e ospite dei Carraresi.

Con il Battistero di Aquileia c’è anche un legame quasi affettivo; infatti, recentemente alcuni studiosi hanno ipotizzato una collocazione del Battistero della Cattedrale di Padova simile a quello di Aquileia, cioè in asse con un’antica Basilica oggi distrutta.

Nella visita ci sono stati presentati particolari pittorici con forti rimandi teologici. Ad esempio nel Battesimo di Gesù il colore dell’acqua e dei vortici, che si vedono ben distinti, rappresentano il passaggio ad una nuova vita. Sempre nella stessa scena, inserito in una formella, troviamo il volto di Dio Padre simile a quello del Figlio. Questo per ricordarci la frase di Gesù “chi vede me vede il Padre”. Lo Spirito Santo, invece, è raffigurato dalla colomba. Osservando bene l’affresco si può notare come Gesù riceva un duplice Battesimo: uno per immersione e l’altro per infusione. Il primo ci ricorda il modo di battezzare proprio dei primi secoli, il secondo ci dice che nel 1300 la Chiesa usava battezzare anche per infusione.

Bambini, ragazzi e catechisti dell’Iniziazione Cristiana, entro la fine di Aprile, sono invitati a presentare una ricerca che descriva il Battistero della propria Parrocchia. Personalmente penso che questa iconografia sia un’esemplare spiegazione del battesimo per immersione e per infusione.

Dopo questa accurata catechesi con l’arte, ci siamo trasferiti al Museo Diocesano dove abbiamo potuto ammirare delle tele raffiguranti i diversi momenti conviviali vissuti da Gesù. Tra questi abbiamo contemplato dei quadri sull’Ultima Cena. Oltre a scoprire un Gesù preso da diverse angolature, siamo stati colpiti da come i vari autori abbiamo armonizzato elementi propri dell’epoca di Gesù con altri legati alla quotidianità dell’epoca dell’artista.

Attraverso questa visita abbiamo riacquistato fiducia e coraggio nell’essere testimoni di Cristo, forse un modo diverso di annunciare non solo con i metodi tradizionali, ma aprendo strade nuove ricche di cultura, che speriamo di partecipare ai ragazzi e giovani che incontriamo, mi sento di dire che anche ai nostri bambini un Vangelo spiegato con una rappresentazione artistica è un’opportunità da non trascurare, perché proprio loro sono abituati alla comunicazione visiva e per immagini.

Carla Cabrini